Lo studio

Lo studio, ambiente al contempo intimo e solenne, pensato dal collezionista come il luogo ideale in cui nutrire i propri interessi culturali, rispetta i caratteri tipici dello studiolo dell’umanista, sede di straordinarie raccolte d’arte e oggetti rari.

Per le pareti e il soffitto dello studio è stata scelta dal collezionista una boiserie dal rosso intenso, a contrasto con le modanature dorate e le grandi specchiere. Due ampie librerie fanno da sfondo alla scrivania Luigi XV, sul cui piano Cerruti accatastava libri antichi e moderni dalle preziosissime legature. Al centro della scrivania è collocato un leggio di ambito palermitano in tartaruga e argento, datato al principio del XVIII secolo. Tra gli arredi, si distinguono una scrivania “alla mazzarina” attribuita a Pietro Piffetti, con intagli in avorio, madreperla e ottone, e una scrivania con scansia, probabilmente opera di Giovanni Battista Galletti (già nella collezione del sensitivo e pittore Gustavo Rol), nel cui corpo superiore Cerruti conservava libri e pregiate suppellettili. 

Il tono della ricca sala è completato dai capolavori di pittura che schermano le specchiere: un ritratto virile (c. 1590-1600) attribuito a Federico Barocci, l’imponente San Benedetto tra i rovi (c. 1633) di Tanzio da Varallo e, in un gioco di riflessi e contrappunti, il piccolo San Gerolamo (seconda metà del XV sec.) di Neroccio di Bartolomeo de’ Landi. Accanto a questi, sono collocate: l’acquaforte e puntasecca La Madonna sulle nubi (XVIII sec.) di Rembrandt e una tavoletta a olio di Giovanni Battista Quadrone, rappresentazione intima dell’artista ozioso (1876). Il piccolo dipinto mostra il pittore mentre, nel piacevole disordine dello studio, contempla il doppio ritratto di cani che ha appoggiato sul cavalletto. Cerruti, grande amante degli animali – e dei cani in particolare – doveva aver caricato quest’opera di un significato speciale, riservandole un posto di primo piano tra i grandi capolavori del passato e collocandola in bella vista accanto al vano di accesso allo scalone che conduce al piano superiore. Nella parte opposta della sala, ancorata alle mensole della libreria, Jeune fille aux roses (Ragazza con rose, 1897) di Pierre-Auguste Renoir, è l’ultima opera acquistata da Cerruti prima della morte.