Il salone circolare

La decorazione Luigi XVI è la stessa che caratterizza l’ambiente attiguo: l’oro e l’azzurro sono i colori dominanti, con una punta di rosso nella bordura del drappo geometrico che corre lungo tutta la stanza, rafforzata dalla presenza di poltrone e sgabelli foderati con tessuti della stessa tonalità.

A un primo sguardo, ciò che più colpisce è il senso di compostezza, ottenuto rispettando i principi della simmetria e introducendo elementi in coppia. È questo il caso del dittico che domina la parete centrale, composto dalle due celebri tele di Pompeo Batoni raffiguranti l’Allegoria della Pittura, Scultura e Architettura (1740) e Apollo, la Musica e la Geometria (1741). Cerruti provava un piacere così profondo nella contemplazione di questi dipinti che si era convinto a farne realizzare due copie da Barrington Bramley, copista attivo anche per la casa reale inglese, con le quali sostituirli quando decideva di concederli in prestito per le mostre. In tal modo, l’armonia della sala non era mai alterata e il gioco della simmetria preservato.

L’asse centrale della stanza, quello che si apre trai i due dipinti di Batoni, è occupato dalla Madonna con il Bambino e un angelo che presenta san Giovanni Battista (c. 1505) di Francesco Francia. Sotto, una preziosa commode Luigi XV con decorazioni cinesizzanti sostiene il tabernacolo del fiorentino Jacopo del Casentino (c. 1330-1335) e una coppia di vasi in celadon, anch’essi in stile Luigi XV. Sul prezioso tappeto Isfahan, cosiddetto “Polonese”, proveniente dalla Persia centrale e datato al principio del XVII secolo, trovano posto un divano rococò dall’intaglio policromo – della stessa tipologia di quello allestito nell’ingresso della villa – una coppia di poltrone Luigi XV e un tavolino a vassoio in legno intagliato di manifattura piemontese (terzo quarto del XVIII sec.).

Dal punto di vista simbolico, il salone circolare occupa uno spazio intermedio tra gli ambienti che scandiscono il corpo cilindrico della torre di Villa Cerruti. Al livello più basso, nel seminterrato, si trova la cantina dei vini, al di sopra della quale si collocano: al piano terra la sala della musica, al primo piano questo salone circolare e infine, al secondo e ultimo piano, una camera da letto. Si delinea così un percorso ascensionale che va dai piaceri del corpo (il vino) a quelli dello spirito dionisiaco (la musica, simboleggiata dal pianoforte) e dello spirito apollineo (rappresentato dalle due tele di Batoni), fino alla redenzione finale, espressa nell’ambiente che il collezionista volle allestire nella stanza più elevata dell’edificio.