Il giardino

Villa Cerruti si inserisce nel paesaggio collinare rivolese, a poche centinaia di metri dalla Manica Lunga e dal Castello. Peculiarità di tale contesto naturalistico è il carattere di territorio di confine: l’anfiteatro morenico di cui la collina di Rivoli è parte integrante congiunge, infatti, la zona dell’alta Pianura Padana con quella della Val di Susa. Ne deriva un territorio dai declivi gentili, con viste pittoresche sulla catena di alti monti e sulle profonde aperture della pianura sottostante.

La villa condensa queste particolarità, disponendosi lungo un pendio piuttosto scosceso, che, oltre a caratterizzare fortemente il giardino, lo suddivide in zone dall’aspetto e dalla finalità differenti. Se la zona immediatamente circostante l’edificio è contraddistinta da una natura che potremmo definire “formale”, alla quale sono state imposte regole precise di contenimento, con siepi che seguono i vialetti e cespugli da fiore, non altrettanto si può dire dei restanti ambienti disseminati nella proprietà.

Villa Cerruti sembra trasformarsi in un microcosmo: nella parte interna dell’edificio si raccoglie la summa di cultura, tecnica e artigianato (libri, quadri, sculture, arredi, tappeti, ceramiche, argenti ecc.), in quella esterna è la natura a essere rappresentata secondo un analogo principio di universalità.

Accanto al già citato giardino “formale” – di cui è parte un’area terrazzata con prato all’inglese, ornata di vasi e sculture provenienti da Villa Grimaldi Fassio a Genova – trovano posto: l’hortus conclusus, uno spazio di meditazione quasi monastica adiacente alla sala della musica, ornato da sculture e vasi di epoche e provenienze differenti; la zona agricola, con il pollaio, l’orto e le vasche per l’acquacoltura (ambienti parrebbe mai sfruttati dal ragioniere); il giardino “ludico” con un ampio campo da bocce; il declivio “alpino” che si affaccia sulla Val di Susa, con pittoresche panchine in pietra dalle quali contemplare il panorama montano e, in primo piano, il monte Musinè; il bosco, con alti alberi sempreverdi che con le loro fronde gettano ombra sui sentieri sottostanti. Nel bosco, in un’area riparata, si trova, infine, il cimitero dei cani: il luogo forse più intimo e solenne dell’intera proprietà, in cui Cerruti seppellì gli adorati animali che, proprio come le opere d’arte, fecero parte della sua famiglia.