Mostre
Interferenze - Gala Porras-Kim
30.10.2025 - 22.03.2026
Interferenze è un programma della Fondazione Cerruti che introduce opere di artisti contemporanei all’interno di Villa Cerruti con interventi occasionali presso il Castello di Rivoli.
Gala Porras-Kim, Non-Consenting Collaborators
Da giovedì 30 ottobre 2025 a domenica 22 marzo 2026
Non-Consenting Collaborators di Gala Porras-Kim è un progetto commissionato e curato dalla Fondazione Cerruti, in dialogo con Morale della Collezione, secondo numero dei Quaderni di Fisica e Metafisica, presentato in parte a Villa Cerruti e in parte al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Il progetto nasce dall’idea che ogni collezione sia plasmata da molteplici attori, alcuni dei quali “collaboratori non consenzienti”: gli artisti che creano le opere, i collezionisti che ne definiscono il contesto e i curatori, i registrar, e i conservatori-restauratori che ne determinano oggi la catalogazione, la presentazione e la cura. Nel contesto di Villa Cerruti questo aspetto è acuito dalla disposizione testamentaria che richiede di non variare la posizione delle opere rispetto alla decisione del collezionista, che in questo caso crea una messa in scena in cui i collaboratori non consenzienti sono le opere da lui acquisite cosi come gli oggetti d’arredo che le circondano. Gala Porras-Kim agisce su questi diversi livelli interpretativi, generando spostamenti di significato che mettono in relazione la dimensione teatralmente domestica di Villa Cerruti con il quadro museologico del Castello di Rivoli.
La mostra si sviluppa in due sedi e riflette sulle forme di autorialità e sui confini mutevoli tra opere, oggetti e contesti che ne influenzano la percezione.
Understudies
Il progetto si concentra su un’area raramente visibile della Collezione Cerruti: gli oggetti della cucina della casa-museo – uno spazio non più utilizzato per la preparazione del cibo e solitamente escluso dalla vista del pubblico. Gli oggetti normalmente conservati negli armadi e cassetti di questa stanza vengono trasferiti al Castello di Rivoli, dove lo spostamento li ridefinisce temporaneamente come opere d’arte.
Al Castello, gli oggetti sono presentati in un allestimento che riproduce la disposizione originaria. Il contesto architettonico è ridotto a una struttura essenziale: riconoscibile ma priva di funzione. Una fotografia dell’ambiente originario fornisce un punto di riferimento.
A Villa Cerruti, la cucina svuotata viene riempita con oggetti sostitutivi provenienti dai depositi della collezione principale e viene resa visitabile. Nel linguaggio teatrale, un understudy è l’attore che impara la parte di un altro per poterlo sostituire sulla scena. Qui sono gli oggetti ad assumere quel ruolo, sovvertendo con discrezione le convenzioni istituzionali.
Gli oggetti della cucina, finora non catalogati, confluiscono in un nuovo catalogo concepito come un elenco dei materiali dell’installazione e parte complementare del progetto complessivo. Né opere ufficiali della collezione né materiali di scarto, questi oggetti abitano una categoria sospesa – manufatti la cui invisibilità deriva dal loro stato transitorio. Il catalogo, insieme alle didascalie, costituisce un livello essenziale dell’intervento, estendendo il linguaggio istituzionale della conservazione e della gestione museale nel campo dell’autorialità artistica.
Non-Consenting Collaborators
Un secondo intervento si concentra su Concetto spaziale, Attese (1965) di Lucio Fontana, esposto a Villa Cerruti in una cornice dorata scelta personalmente da Francesco Federico Cerruti, con un vetro protettivo aggiunto in un momento più recente dai conservatori-restauratori. L’opera è presentata in due parti – il dipinto e la cornice con il vetro – affiancate come un dittico.
Il gesto rivela quattro livelli intrecciati di autorialità:
– Lucio Fontana, l’artista del dipinto;
– Francesco Federico Cerruti, il collezionista che ha imposto la propria estetica attraverso la cornice;
– Luisa Mensi, la restauratrice che ha suggerito le misure di protezione per l’opera;
– Gala Porras-Kim, l’artista che rende visibile questo intreccio separandone i diversi elementi.
Durante la prima settimana di mostra, il dipinto – insieme alla sua cornice e al vetro – sarà protetto da una guardia che garantirà una distanza di sicurezza tra il pubblico e l’opera. Dalla seconda settimana e fino alla chiusura dell’esposizione, il dittico sarà protetto da un pannello trasparente in Optium (acrilico anti-UV) fissato alla parete plexiglass fissato alla parete. Tra queste due modalità di allestimento, i visitatori saranno invitati a osservare l’opera in un breve intervallo di apertura concettuale, nel corso di un evento speciale che sarà annunciato.
In questa sequenza di gesti, il dipinto di Fontana si concede una pausa dal suo costume imposto da Cerruti. La sua fugace emancipazione dallo script della Fondazione viene immediatamente riassorbita in un altro quadro – quello della cura e della protezione museale – rivelando ancora una volta la complessa rete di contributi autoriali che circondano l’opera.
Gala Porras-Kim è un’artista interdisciplinare che vive tra Los Angeles e Londra. Attraverso disegno, scultura e installazione, la sua ricerca esplora come musei e istituzioni conservano, interpretano e attribuiscono significato ai manufatti culturali, interrogando la relazione tra oggetti, tempo e contesto. Ha svolto residenze presso il Getty Research Institute di Los Angeles e il Radcliffe Institute di Harvard, ed è stata recentemente fellow all’American Academy in Rome. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche, tra cui MoMA, Tate e Whitney Museum, e sono state esposte al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh, al Leeum Museum di Seul e al Museo Universitario de Arte Contemporáneo di Città del Messico.