Mostre
Confluenze - Giacomo Balla
25.09.2025 - 25.01.2026
Bambina x balcone (1912), capolavoro proveniente dalla GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano si unisce alle cinque opere di Balla in Collezione Cerruti, che per l’occasione vengono riallestite.
Con il programma Confluenze la Collezione Cerruti inaugura una serie di piccole mostre che segnalano il passaggio di un’opera ospite nella casa museo, grazie allo scambio di prestiti avviato con altre importanti istituzioni e raccolte d’arte.
Tra i dipinti più iconici dell’opera di Giacomo Balla, Bambina x balcone, 1912, proveniente dalla GAM, Galleria d’Arte Moderna di Milano, sarà esposto in Villa Cerruti dal 25 settembre 2025 al 26 gennaio 2026. La presenza del dipinto in Villa Cerruti fa luce su uno degli artisti più rappresentativi della Collezione, attivando legami e risonanze con altre cinque opere del pittore che ne fanno già parte, per l‘occasione riallestite in nuovi ambienti.
Giacomo Balla, nato a Torino nel 1871 e traferitosi a Roma nel 1895, dove rimarrà fino alla morte (1958), è stato tra i primi protagonisti del divisionismo italiano, diventando poi un esponente di rilievo del Futurismo. Bambina x balcone, opera maggiore della sua produzione, è un dipinto liminare che segna una soglia nel percorso artistico e che, dopo la firma dei Manifesto dei pittori Futuristi e del Manifesto tecnico della Pittura Futurista nel 1910, porterà Balla sempre più vicino ai modi futuristi. Dall’estate del 1912 Balla elabora i suoi primi studi sul movimento (delle stesse ricerche del 1912 fanno parte anche i celebri Guinzaglio in moto, Dinamismo di un cane al guinzaglio e I ritmi dell’archetto) e in particolare sul “moto organico” ovvero la figurazione del movimento di un corpo.
La bambina ritratta è la figlia maggiore del pittore, Luce, mentre corre sul balcone di casa Balla in via Parioli a Roma. Al registro della sequenza dei passi e alla ripetizione della figura secondo un preciso ritmo, Balla affida la resa della sensazione del movimento.
L’opera della collezione civica milanese si situa con quasi mediana proporzione nell’arco temporale, compreso tra il 1902 e il 1920, tracciato dalle altre cinque opere di Giacomo Balla acquistate da Francesco Federico Cerruti e che ne testimoniano l’ampiezza delle ricerche. Dagli esordi nei primi anni del novecento che muovono dalla temperie realista fin dentro la lezione divisionista e le stagioni più sperimentali dell’avanguardia futurista.
Nei due pastelli su carta, Enrichetta (La Seducente), 1902, e Via Po del 1904, Balla sviluppa un’attenzione per la resa luminosa che conserverà anche nella produzione successiva e che rivela il suo forte legame con la fotografia, passione che il pittore eredita dal padre e che coltiva già negli anni della sua formazione torinese. Nel segno rapido e sciolto dei pastelli è possibile riscontrare la maniera estremamente libera di Balla nell’interpretare la tecnica divisionista, nel tentativo di cogliere le vibrazioni luminose e le varietà della materia.
Con Velocità astratta, 1913, tra i capolavori i della Collezione Cerruti, acquisito nel 2005, Balla intensifica la sua ricerca attorno alla rappresentazione del movimento. Al dinamismo cinetico dei passi in successione della bambina che corre sul balcone e alle traiettorie aeree delle rondini, si aggiunge ora il tema delle velocità, qui coniugata con la forma dell’automobile come simbolo della nuova idolatria della modernità professata dai Futuristi.
Ancora nel 1913, e ancora dal lungo balcone della casa romana in via Parioli, Balla osserva le stelle e legge testi di divulgazione sulla rotazione degli astri ai quali dedica il dipinto Orbite celesti in cui rappresenta la sequenza di una traiettoria orbitale, in uno spazio nitido e leggero reso dalle velature azzurre e violacee, quasi trasparenti, che danno alla pigmentazione un effetto simile a un disegno a pastello.
Il focus su Giacomo Balla si chiude infine con il Piccolo autoritratto, un inchiostro su carta del 1920 circa. L’autoritratto, genere a cui l’artista si è dedicato con continuità dai primi anni di formazione fino agli ultimi della sua vita, costituisce un corpus di circa novanta opere attraverso le quali Balla ha documentato il trascorrere del tempo, le variazioni di energia e i mutamenti interiori. Un esercizio costante che rivela, con straordinaria sensibilità, la complessità della sua identità. Ne fanno parte anche gli autoritratti in forma scritta, in questo caso è la stessa firma, “Balla Futurista”, a prendere il posto del volto del suo autore. Brevi testi, tavole parolibere, commistioni di parole e disegni, che raccontano l’assoluta libertà di Balla, sperimentatore poliedrico e metamorfico.
Giacomo Balla, Bambina x Balcone, 1912, olio su tela, 125 x 125 cm. Copyright Comune di Milano - tutti i diritti riservati - Galleria d'Arte Moderna, Milano. Foto di Luca Carrà
Giacomo Balla, La Seducente (Enrichetta) (Testa di donna), 1902, pastello su carta, 51 x 47,5 x 2,4 cm. Collezione Cerruti, Rivoli
Giacomo Balla, Via Po, pastello su carta, 54,6 x 74,6 x 2 cm. Collezione Cerruti, Rivoli
Giacomo Balla, Velocità astratta, 1913, olio su tela, 76,7 x 108 cm. Collezione Cerruti, Rivoli
Giacomo Balla, Orbite celesti, 1913, olio su tela, 60 x 80 cm. Collezione Cerruti, Rivoli
Giacomo Balla, Piccolo autoritratto, 1920 c., inchiostro su carta, 24,5 x 21,5 cm. Collezione Cerruti, Rivoli