Veduta di Tivoli con la cascata dell’Aniene
Gaspar van Wittel
1723
Olio su tela
36 x 46,5 cm
Anno di acquisizione 2000 c.
Inv. 0048
N. Catalogo A40
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
Il dipinto si colloca perfettamente nell’ampio catalogo dell’artista olandese, che dall’ultimo quarto del Seicento ha ideato e promosso il genere della veduta.
Questa piccola veduta mostra la cascata del fiume Aniene, esistente prima della deviazione del fiume operata a seguito dell’inondazione del 1826, e uno scorcio della città di Tivoli, con il ponte e la chiesa di San Martino, il campanile della chiesa di Santa Maria e i ruderi dell’antico ponte poi distrutti dall’alluvione del 1725. Sul lato sinistro della tela si distingue la sigla del celebre vedutista Gaspar van Wittel e la data di esecuzione dell’opera, 1723.
Il dipinto si colloca perfettamente nell’ampio catalogo dell’artista olandese, che dall’ultimo quarto del Seicento ha ideato e promosso il genere della veduta. Van Wittel ha compiuto le sue prime fondamentali esperienze nell’accurata ripresa del paesaggio soprattutto a partire dal suo arrivo a Roma dai Paesi Bassi nel 1674 e grazie al suo coinvolgimento, nel 1676, nell’ambizioso progetto di adattamento del fiume Tevere alla navigazione, tra la capitale pontificia e Perugia, sostenuto da papa Clemente X. L’artista ha infatti ricevuto la commissione per una serie di disegni, ora conservati alla Biblioteca Corsini (cod. 1227), per descrivere le località interessate dall’intervento dell’ingegner Cornelis Meyer. Nel corso degli anni il pittore è così riuscito a giungere alla definizione di un metodo di lavoro puntuale, che gli ha consentito di riportare sulla tela suggestivi brani di paesaggio, sempre colti da punti di vista inediti, studiati attraverso disegni tratti dal vero1.
Il vasto successo riscosso da van Wittel è legato soprattutto alla sua produzione di vedute della città di Roma e dei suoi dintorni (ma anche di Napoli, Firenze, Venezia e del lago Maggiore), che sono state amate e collezionate sia dalla nobiltà della penisola che dai numerosi viaggiatori del Grand Tour. L’artista è stato, per questa ragione, spesso costretto a cimentarsi in repliche delle sue opere più riuscite, senza tuttavia mai trascurare la qualità esecutiva e l’introduzione di varianti nei vivaci dettagli di vita quotidiana contemporanea che impreziosiscono le composizioni.
La Veduta di Tivoli con la cascata dell’Aniene della raccolta di Francesco Federico Cerruti può essere assunta a esempio di questa pratica, come dimostra anche l’emergere di una leggera quadrettatura, che ha agevolato il pittore nella trasposizione del disegno sulla tela. Si conoscono infatti almeno dodici repliche dello stesso soggetto, molto apprezzato per il perfetto equilibrio tra elementi naturalistici, architettonici e di costume, in particolare grazie alle citazioni degli inventari di collezioni prestigiose, tra cui quelle del duca di Medinaceli, del cardinal Girolamo e di Filippo II Colonna, del cardinal Albani, di Livio Odescalchi e del console francese Michel-Ange de la Chausse2. La copia di Rivoli è stata proposta in due diverse occasioni dalla Galleria Colnaghi3, che nei propri cataloghi ha segnalato la presenza di una dicitura sul retro, oggi purtroppo non individuabile, con l’indicazione dell’antica provenienza del quadro dai beni del cardinal Valenti Gonzaga.
Simone Mattiello
1 Roma 2013.
2 L. Trezzani, cat. 39, in Roma-Venezia 2002-2003, pp. 150-151.
3 Londra 1978, cat. 6; New York 1983, cat. 46.
