Vaso di fiori con ritrattino
Filippo de Pisis
1928
Olio su cartone
45 x 32,5 cm
Anno di acquisizione ante 1983
Inv. 0107
N. Catalogo A99
Provenienza
Bibliografia
La capacità di de Pisis di dipingere e contraddistinguere le varie tipologie floreali scaturisce infatti dalla passione per la botanica maturata fin dall’infanzia, quando collezionava piante e fiori essiccati per finalità di studio.
Vaso di fiori con ritrattino giunge in Collezione Cerruti successivamente al 1993, dopo una complessa vicenda collezionistica che la vede andare all’asta quattro volte e passare dalla Galleria del Cavallino di Venezia, dalla Collezione Jesi di Milano e dalla Galleria Galatea a Torino. L’olio su cartone, come molte altre opere di Filippo de Pisis dal medesimo soggetto, mostra un vaso di fiori, una colorata composizione dal verde, al bianco, al rosa, al rosso, in cui ogni particolare, dipinto a tocchi o macchie di colore, è giustificato scientificamente. La capacità di de Pisis di dipingere e contraddistinguere le varie tipologie floreali scaturisce infatti dalla passione per la botanica maturata fin dall’infanzia, quando collezionava piante e fiori essiccati per finalità di studio. In seguito al trasferimento a Parigi nel 1925, a tale passione si aggiunse il confronto diretto con le opere di Édouard Manet, Claude Monet e Eugène Delacroix, che portò il pittore a dedicarsi maggiormente al tema floreale e a realizzare composizioni sempre più frenetiche ed essenziali, in cui i fiori, come quelli qui rappresentati, apparivano come intrichi cromatici.
Fiori sono anche quelli appena abbozzati sul vaso a cratere in porcellana e oro, forse uno degli oggetti collezionati da de Pisis e custoditi all’interno del suo studio parigino al numero 30 di rue Bonaparte che, come tutti i suoi atelier, era colmo di pezzi d’antiquariato, oggetti e tappeti venuti dall’Oriente, costumi teatrali, mobili d’epoca e, in tutti gli angoli, tele, cartoni e telai. Anticipando i numerosi dipinti degli anni trenta in cui i mazzi di fiori vengono accostati a quadri appesi alle pareti e a telai appoggiati al muro, sullo sfondo del vaso, delineato con pochi tratti repentini di colore, arricchisce l’ambientazione, appeso alla parete, un dipinto dal soggetto indistinguibile, probabilmente collocato proprio all’interno dell’atelier dove il pittore dipinse questo cartone. Come in altre opere risalenti al 1928, compare accanto al vaso un quadretto, forse un ritratto di uno dei giovani che frequentavano lo studio depisisiano. A Parigi il pittore aveva infatti scoperto l’umanità varia della metropoli nel métro o sui lungosenna (ragazzi di vita, operai, vecchi, clochard) e ne era rimasto affascinato invitandoli spesso a posare per lui. Queste frequentazioni permisero al pittore di creare piccoli ritratti e numerosi nudi, talvolta eseguiti alla rinfusa su materiali d’eccezione e sempre collegati a un vivo ricordo. Qui però il soggetto è ritratto con un ampio cappotto, l’abbigliamento e i tratti del volto, sebbene appena abbozzati, paiono femminei e non è pertanto da escludere che a essere immortalata sia una donna, forse la venditrice di libri antichi a cui de Pisis dedicò l’opera, scrivendo sul retro: «Cartone regalatomi da una bouquiniste madre di un bel bimbo biondo. Si vouz m’avez bien prenez-le!». Infine, tra le varie ipotesi sull’identità della figura ve n’è un’ultima: il 10 marzo il pittore ricevette infatti in regalo da un modello cecoslovacco una fotografia in cui quest’ultimo si mostrava vestito da donna1. Non si può dunque escludere che il piccolo ritratto alla destra del vaso sia la riproduzione di una fotografia e non di un dipinto.
Sul retro del cartone, de Pisis riportò la data di creazione del dipinto, il 22 marzo 1928; sbocciata la primavera, de Pisis sentiva impellente la necessità di dedicarsi alle composizioni floreali: solo tre giorni prima infatti, nelle sue memorie, il pittore raccontava il suo vagabondare per le vie parigine, si dilungava nella descrizione di primule, violette, miosotis, garofani e girasoli e scriveva: «Era venuto il momento che si poteva godere del bel balcone!»2.
Giulia Toso
1 Zanotto 1996, p. 240.
2 De Pisis 1989, pp. 132, 133.
