Vaso di fiori con guanto (Fleurs) (Dahlias)
Federico Zandomeneghi
1914-1915 c.
Olio su tela
46,2 x 38,5 cm
Anno di acquisizione ante 1983
Inv. 0188
N. Catalogo A183
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
Sono composizioni dai colori fastosi che privilegiano frutti e fiori semplici, mele per lo più, e crisantemi, dalie, violette, qualche garofanino, resi con impasti succosi stesi a pennellate meditatamente accostate, che esaltano la consistenza compatta dei pomi, quella più o meno fanée delle corolle.
Negli anni della tarda maturità, Zandomeneghi iniziò a dedicarsi alla natura morta, quasi che quel genere pittorico rappresentasse una felice distrazione dall’impegno sempre più oneroso, conseguenza del contratto stilato fra il pittore e il gallerista Paul Durand-Ruel padre, che dal 1894 lo costringeva a dipingere un consistente numero di quadri e pastelli incentrati sulle figure di donne colte nell’intimità delle loro stanze, o più raramente a teatro, al caffè, nella quiete campestre. Se, dunque, le prime apparizioni di fiori o frutta nei dipinti di Zandomeneghi erano motivate dalla necessità di vivacizzare quella miriade di soggetti femminili, divenuta negli anni ripetitiva pur nell’inalterata saldezza della tenuta formale e della qualità cromatica, è con l’avvento del nuovo secolo che l’interesse dell’artista si rivolse alla natura morta intesa come protagonista.
Sono composizioni dai colori fastosi che privilegiano frutti e fiori semplici, mele per lo più, e crisantemi, dalie, violette, qualche garofanino, resi con impasti succosi stesi a pennellate meditatamente accostate, che esaltano la consistenza compatta dei pomi, quella più o meno fanée delle corolle. Spesso i fiori sono accomodati in un vaso, senza che altri oggetti distraggano dalla loro contemplazione; più raramente, l’inquadratura comprende un soprammobile, o una tazza, o, come in questo caso, un guanto femminile, elemento squisitamente evocativo di un’avvolgente intimità, vagamente sensuale raffigurato anche in Astri, un’opera del 1914, all’incirca coeva del nostro dipinto1. In confronto a quel quadro, però, quello della raccolta Cerruti, nel quale l’attenzione si concentra sul mazzo di fiori e sulla porzione di guanto inclusa nell’inquadratura, è soffuso di un sottile senso di mistero che ne esalta il tenore sentimentale.
Che Zandomeneghi credesse nei valori pittorici delle proprie nature morte lo si deduce da una lettera inviata a Vittorio Pica nella quale asserisce la propria volontà di presentare più dipinti di fiori all’XI Biennale di Venezia nel 1914, nell’ambito della quale gli venne allestita una sala individuale2. In quell’occasione, nella quale figurò, fra gli altri, un quadro intitolato Fiori e guanti3, Pica paragonò i quadri del pittore di cui rilevava le «mirabili doti di colorista», al «piacere che alle labbra procurano la polpa delle fragole e i granelli dei lamponi, umidi di rugiada»4, commento che ben si accorda al prezioso cromatismo del Vaso di fiori con guanto, intonato a una gamma variata di sfumature dal glicine al violetto, su cui spiccano i rossi accesi delle dalie.
Silvestra Bietoletti
Un’altra opera di Federico Zandomeneghi, il pastello su carta Avant le bal (Prima del ballo), databile alla metà degli anni novanta del xix secolo, è parte della collezione personale di Andreina Cerruti, sorella di Francesco Federico e presidente della Fondazione Cerruti (fig. 1). Il pastello fu acquistato da Cerruti prima del 1993; compare infatti, con il titolo Donna alla toeletta, nell’inventario manoscritto redatto nel giugno di quell’anno. L’opera era allestita nella camera da letto detta «delle rose», insieme agli altri due Zandomeneghi in collezione. [N.d.R.]
1 Padova 2016-2017, p. 252, n. 104.
2 Dini 1989, p. 450.
3 Venezia 1914, p. 40, n. 18.
4 V. Pica, Mostra individuale di Federico Zandomeneghi, in Venezia 1914, p. 39.
Fig. 1. F. Zandomeneghi, Avant le bal (Prima del ballo), 1895 c., pastello su carta, 46 x 38 cm. Torino, Collezione Andreina Cerruti.

