Uccisa, ferita… mancata (Morta? ... Ferita? ... Sbagliata!!!)

Giovanni Battista Quadrone

1882
Olio su tela
26,5 x 38 cm
Anno di acquisizione ante 1983


Inv. 0190
N. Catalogo A185


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

Le diverse reazioni ed emozioni possibili durante una battuta venatoria sono perfettamente illustrate dai tre uomini in piedi fianco a fianco, quasi fossero studi di personaggi. 

 

Riproponendo uno dei suoi motivi più frequenti e popolari, il piemontese Giovanni Battista Quadrone raffigura tre uomini e due cani sotto un cielo grigio, nel corso di una battuta di caccia. Le scene di soggetto venatorio, che insieme ai dipinti di animali furono tra i suoi generi di maggior successo, sono spesso ambientate nella campagna sarda, dove l’artista visse e lavorò regolarmente dalla fine degli anni settanta dell’Ottocento1. Uccisa, ferita... mancata, del 1882, è una delle prime opere con questo tema e appartiene già a una fase di promozione commerciale. Nel marzo 1876 Quadrone aveva firmato un contratto di esclusiva con il gallerista Luigi Pisani2 che promosse e sostenne l’artista, sempre più specializzato nei vari temi della pittura di genere. La collaborazione fu fruttuosa e portò a notevoli risultati in particolare negli anni novanta del secolo, l’ultimo decennio di vita del pittore, quando le sue opere vennero rappresentate anche all’estero, in varie mostre in Inghilterra, Francia, Sud America e nell’area austro-ungarica. Nel 1896 e nel 1898, poco prima di morire prematuramente di tumore, Quadrone partecipò al ballottaggio finale del Premio degli Artisti alla Triennale di Torino3

Il dipinto Uccisa, ferita... mancata è noto anche con il titolo Morta?... Ferita?... Sbagliata!!!, come risulta nell’inventario completo delle opere di Quadrone4, e le etichette sul verso presentano i due titoli uno accanto all’altro. Entrambi si riferiscono alle diverse fasi di una battuta di caccia: l’animale può essere colpito a morte, semplicemente ferito o può rimanere illeso, in quest’ultimo caso il cacciatore ha fallito e la vita dell’animale è prolungata, anche se di poco. Le diverse reazioni ed emozioni possibili durante una battuta venatoria sono perfettamente illustrate dai tre uomini in piedi fianco a fianco, quasi fossero studi di personaggi. Con una prospettiva leggermente dal basso, che mette in evidenza l’applicazione di un colore pastoso per il pietrisco, la terra e le radici nella parte inferiore del quadro, l’osservatore può studiare i temperamenti molto diversi dei tre cacciatori. L’uomo al centro ha la bocca aperta per lo stupore e gesticola con il braccio teso indicando forse una preda particolarmente attraente; il suo cane segue scodinzolando lo sguardo del padrone. In netto contrasto con questa figura centrale che ha le ginocchia piegate per l’eccitazione, quella sulla destra sembra incarnare l’epitome del fallimento: frustrato e scontento, si porta la mano alla fronte per la delusione di un colpo mancato. Al cacciatore di sinistra, invece, il cane fedele consegna un piccolo premio, che tuttavia non sembra il risultato desiderato. Poco interessato, questo terzo personaggio prende il piccolo uccello riportato dal cane, distendendo il braccio con aria piuttosto stanca e distaccata. 

Come in numerose altre scene di soggetto venatorio, Quadrone descrive qui l’interazione tra uomini e animali e accosta movimenti, gesti ed espressioni facciali differenti, che possono essere letti con una vena di umorismo. Nelle sue tele l’artista non solo presenta diverse personalità, ma varia anche i momenti temporali: mentre Il tempo minaccia (sch. p. 574) ritrae la fase che precede la caccia e La spacconata (sch. p. 570) il riposo dopo la battuta, in quest’opera Quadrone cattura l’eccitazione e la delusione nel corso dell’attività. 

Questo dipinto di genere, di piccole dimensioni, è eseguito su tavola, un supporto non molto diffuso alla fine dell’Ottocento, soprattutto a causa della crescente produzione industriale di tele che dalla metà del secolo furono disponibili a costi contenuti e in varie dimensioni già tese e pretrattate5. Quadrone fa uso di vari supporti e spesso utilizza il classico materiale ligneo come in Nello studio di un pittore (sch. p. 566). 

Veronica Peselmann 

 

1 Per una biografia dettagliata, si veda Marini, in Torino 2002, pp. 175-205.

2 Ibid., pp. 181, 182; Marini 1998, vol. I, pp. 128-138.

3 Torino 2002, pp. 197-201.

4 Ibid., pp. 181-182, 209-210; Marini 1998, vol. I, p. 424.

5 Labreuche 2011, pp. 298-304.