Stradina di Ginevra (Place de la Grenette)
Antonio Fontanesi
1855-1858 c.
Acquerello su carta
21,2 x 14 cm
Anno di acquisizione 1990
Inv. 0233
N. Catalogo A223
Provenienza
Esposizioni
Le sue notevoli qualità di vedutista gli consentivano di restituire la variegata fisionomia della città svizzera in una felice scelta di temi e di tagli compositivi [...].
Ispirate a un nuovo sentimento della natura, le opere di Antonio Fontanesi rappresentano uno degli esiti più alti della pittura italiana dell’Ottocento. La sua formazione prese avvio nelle Scuole Comunali di Belle Arti di Reggio Emilia e proseguì sotto la guida del vedutista Prospero Minghetti. Nel 1847, all’età di 29 anni, Fontanesi lasciò la sua città per poter prendere parte alle campagne militari risorgimentali per l’unificazione italiana. Si arruolò come volontario nel battaglione di Luciano Manara, per passare sotto il comando di Garibaldi. In seguito alla sconfitta piemontese a Custoza nel 1848 si rifugiò a Lugano e da qui, nel 1850, raggiunse Ginevra dove avrebbe mantenuto la sua residenza sino al 1865. Quegli anni si sarebbero rivelati decisivi per perfezionare le sue doti di disegnatore e per aggiornare rapidamente il suo gusto prima sui modelli del paesaggismo romantico di Alexandre Calame e poi sui moderni esiti dei paesaggisti francesi legati alla scuola di Barbizon, ammirati all’Exposition Universelle di Parigi del 1855.
Il piccolo acquerello Stradina di Ginevra è da ricondurre ai quei primi anni ginevrini in cui fu decisivo l’incontro con Victor Brachard, mercante di stampe e di quadri, che ne favorì gli esordi litografici. Queste prime opportunità di guadagno avevano per soggetto Ginevra e le bellezze naturali dei suoi dintorni già mete di un turismo internazionale. Tra il 1854 e il 1855 Fontanesi realizzava una cartella di venti grandi litografie intitolata Promenade pittoresque par A. Fontanesi, 1re année. Intérieur de Genève, pubblicata a Ginevra da Pilet & Cougnard1. Le sue notevoli qualità di vedutista gli consentivano di restituire la variegata fisionomia della città svizzera in una felice scelta di temi e di tagli compositivi: dai quai aperti sul lago Lemano, alle prospettive monumentali che inquadrano sobrie dimore signorili, dai crocevia animati a scorci più appartati e caratteristici. La tavola intitolata Place de la Grenette (fig. 1) permette di identificare il luogo rappresentato nella piccola, luminosa veduta ad acquerello della Collezione Cerruti. La piazza traeva il nome dalla possente costruzione porticata posta sulla destra, la Grenette appunto, costruita nel 1746 per ospitare il mercato del grano, edificio oggi non più esistente. La veduta litografica è animata dalla presenza in primo piano dei braccianti che preparano i pesanti sacchi di grano. Da questo taglio più tradizionale e narrativo, la veduta ad acquerello si svincola per assumere un carattere libero che pone in risalto l’orizzonte e le facciate degli edifici in piena luce sulla sinistra rappresentate in uno scorcio virtuosistico. La composizione si concentra sul gioco delle ombre che gli edifici sulla destra, tra cui la Grenette, proiettano sull’acciottolato, mentre la prospettiva guida lo sguardo verso il lago. Il cielo arioso, giocato sul trascolorare dei toni azzurrini, è posto in risalto dal volo di alcuni uccelli resi con rapidi tocchi scuri. Il carattere pienamente autonomo della composizione suggerisce una lieve distanza cronologica tra l’acquerello Cerruti e la precedente redazione della veduta litografica inserita nella cartella della Promenade.
Appartenuto allo scultore piemontese Edoardo Rubino (Torino, 1871-1954), il piccolo acquerello fu acquistato da Francesco Federico Cerruti presso la galleria torinese dei fratelli Fogliato, probabilmente negli anni novanta.
Virginia Bertone
1 Calderini M. 1901, p. 36; Maggio Serra, in Torino 1997c, pp. 156-157.
Fig. 1. A. Fontanesi, Place de la Grenette, 1855 c., litografia, in Promenade pittoresque par A. Fontanesi, Pilet & Cougnard. Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Gabinetto Disegni e Stampe, Legato Camerana 1905.

