Senza titolo
Hans Hartung
1949
Pastello e acrilico su carta applicata su cartoncino
20,5 x 16,1 cm
Anno di acquisizione 1984-1993
Inv. 0122
N. Catalogo A115
Provenienza
Il suo segno è [...] «rattratto sulla pagina pittorica, concentrato e nudo, spoglio di seduzioni calligrafiche e di smisurate ansie esistenziali».
Hans Hartung è uno dei principali protagonisti delle ricerche segniche informali. Di origine tedesca, si trasferì a Parigi dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler, e nel corso degli anni trenta elaborò il suo peculiare segno astratto, che rimase tuttavia incompreso e sconosciuto sino al secondo dopoguerra. Questo segno deriva la propria forza dalla grafica espressionista della Die Brücke, con cui l’artista era entrato in contatto negli anni della sua formazione a Dresda. Contrariamente alle letture critiche che contribuiscono alla problematica ricezione della sua opera, il segno di Hartung è costruito e meditato, lontano dalla dimensione gestuale, citata talora dalla critica francese per ipotizzare altresì una sua influenza sugli artisti americani dell’Espressionismo astratto1. Il suo segno è invece «rattratto sulla pagina pittorica, concentrato e nudo, spoglio di seduzioni calligrafiche e di smisurate ansie esistenziali»2.
A partire dal 1935, su suggerimento dell’amico Jean Hélion, Hartung a Parigi aveva messo a punto una tecnica di riporto dalla carta alla tela, in modo che, per ragioni di ristrettezza economica, fossero riprodotti sul prezioso supporto della tela solo i risultati migliori sperimentati su carta3. Questo processo diventa prassi operativa comune nel secondo dopoguerra, sino al 1960. Anche in relazione alle sue condizioni fisiche (in guerra Hartung aveva perso una gamba combattendo il nazismo nella Legione straniera in Nord Africa), le tele sono difatti dei meditati e costruiti ingrandimenti dei segni tracciati con l’inchiostro e i pastelli sulla carta.
Nella trasposizione da un supporto all’altro Hartung ricrea con l’olio gli effetti di velature e le porosità del pastello, mediante graffiature, solchi e incisioni della materia pittorica. Dal 1948 Hartung realizza numerosi pastelli finalizzati al riporto su tela. È dunque unicamente sulla carta che conduce la sperimentazione di un segno veloce che gestisce lo spazio in un sapiente bilanciamento di linee, forme e luce. A partire da tale data Hartung sviluppa inoltre una modalità di lavoro seriale declinando sulla carta di medesimo formato numerosi schizzi, varianti di una stessa sintassi segnica variamente ripetuta4. Questa carta, presente in collezione già dal 1993 come attesta l’inventario manoscritto redatto in quell’anno, fa probabilmente parte di una serie realizzata tra il 1949 e il 1950, ancora poco documentata presso la Fondazione dell’artista.
Nel nuovo scenario socio-politico del periodo postbellico l’arte di Hartung riattiva il proprio significato. Diventa il simbolo di una libertà individuale universale, entrando in dialogo con le ricerche segniche affermatesi a Parigi, a vario modo definite con le etichette critiche di Abstraction lyrique, Tachisme e Informel, ma mantenendo rispetto a esse, così come rispetto all’Espressionismo astratto d’oltreoceano, una propria autonomia.
Lara Conte
1 Si veda Laude 1982, p. 23; F. D’Amico, Hans Hartung: l’aporia e l’assoluto, in Torino 2000b, pp. 15, 16, 18.
2 F. D’Amico, Hans Hartung: l’aporia e l’assoluto, in Torino 2000b, p. 15.
3 Claustres 2005, p. 10.
4 Ibid., p. 60.
