Sacra Famiglia

Giuseppe Antonio Petrini

1735-1740 c.
Olio su tela
100 x 133 cm
Anno di acquisizione ante 1983


Inv. 0817
N. Catalogo B3


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

«[...] al marcato naturalismo delle origini si associa un’estrema stilizzazione formale nella resa cartacea dei panneggi e nella compattezza volumetrica delle forme»

 

Il dipinto raffigura Maria e Giuseppe che nella notte accolgono il bambino Gesù nella povera mangiatoia, sotto lo sguardo curioso e mansueto del bue. La Madonna rivolge i suoi occhi preveggenti al cielo, per invocare l’aiuto divino sul figlio neonato, che risplende di luce propria e rischiara il volto degli astanti. La resa magistrale dell’intenso contrasto luministico, creato dall’emergere delle figure dal fondo tenebroso, ha giustificato in passato l’attribuzione della tela a Giovanni Battista Piazzetta; l’opera è stata in seguito giustamente ricondotta al catalogo dell’artista ticinese Giuseppe Antonio Petrini da Rossana Bossaglia1, con confronti con opere della sua produzione tarda conservate al Museo d’Arte di Lugano, come la Sacra Famiglia e il Riposo durante la fuga in Egitto. Il riferimento a Petrini è stato confermato prima da Andreina Griseri (1963)2, poi da Simonetta Coppa (1989; 1991)3, che ha proposto di avvicinare le figure della Madonna e del Bambino agli affreschi della volta dell’Oratorio di San Gerolamo di Delebio (Sondrio) successivi al 1745. In occasione della mostra dedicata a Petrini alla Villa Malpensata di Lugano, Laura Damiani (1991)4 ha invece suggerito di anticiparne la datazione tra il 1735 e il 1740, «epoca in cui al marcato naturalismo delle origini spesso si associa un’estrema stilizzazione formale nella resa cartacea dei panneggi e nella compattezza volumetrica delle forme»5. In quegli anni ricorrono le suggestive ambientazioni notturne delle scene, che caratterizzano opere come il Filosofo (Lugano, collezione privata), il Matematico (Varese, collezione privata) e Diogene (Kassel, Staatliche Kunstsammlungen), dove i forti contrasti chiaroscurali consentono all’autore di tornire le masse semplificate delle figure e di sostenere l’afflato drammatico del momento prescelto. In questi lavori l’artista di Carona giunge a risultati paragonabili a quelli contemporanei di Piazzetta, attraverso una profonda riflessione sulle opere dei maestri lombardi del secolo precedente, rivitalizzati grazie ad artisti come Filippo Abbiati. La sua attenta ricerca sugli effetti luministici deriva anche dall’apprezzamento per le opere di Giovanni Serodine e dalla probabile conoscenza approfondita dei modelli del caravaggismo romano. La cultura di Petrini, nato in Canton Ticino nel 1677, non può certamente prescindere anche della sua formazione giovanile che, secondo le fonti antiche, si fonda sia su un apprendistato svolto alla bottega di Bartolomeo Guidobono, sia sui soggiorni al seguito del padre Marco, scultore, a Torino, dove Giuseppe Antonio ha potuto meditare su opere come la Natività della Cappella dei Mercanti dipinta da Andrea Pozzo. 

La Sacra Famiglia della Collezione Cerruti nel corso del Novecento è transitata prima in Collezione Carpano, poi in Collezione Benedetto Fiore6 e in collezione privata bergamasca7

Simone Mattiello 

 

1 Bossaglia 1961, pp. 62-63, fig. 3.

2 A. Griseri, Pittura, in Torino 1963a, vol. II, cat. 257, p. 98, tav. 128.

3 Coppa 1989, pp. 183-188; S. Coppa, cat. I.140, in Milano 1991, p. 169.

4 L. Damiani, in Lugano 1991.

5 L. Damiani, cat. 36, in Lugano 1991, pp. 178-179.

6 Arslan, Bossaglia 1961; Griseri 1963.

Bona Castellotti 1986, tav. 501.