Portrait de Madame Carlier
Ritratto della signora Carlier
Robert Delaunay
1906 c.
Olio su tela
62 x 59 cm
Anno di acquisizione 2006
Inv. 0209
N. Catalogo A198
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
Connotato da un profondo antinaturalismo [...] il ritratto di Madame Carlier rappresenta forse uno dei primi tentativi di messa in pratica della teoria dei contrasti simultanei, ravvisabile soprattutto nella costruzione della massa dei capelli, resa attraverso una giustapposizione regolare dei colori.
L’attenzione per il tema del ritratto rappresenta una costante nel percorso artistico di Robert Delaunay; un interesse che non si limita ai primi anni di attività ma che si estende lungo tutta la sua carriera di artista.
Formatosi in maniera indipendente, senza alcun tipo di educazione tradizionale o accademica ma piuttosto attraverso l’esperienza acquisita come decoratore di teatro, Delaunay si avvicina alla pittura a partire dai primi anni del xx secolo, esordendo nel 1904 al Salon des Indépendants di Parigi.
Realizzato intorno al 1906, il ritratto di Madame Carlier si colloca in un periodo di profonda transizione, dove agli interessi verso la pittura postimpressionista francese si affiancano le prime riflessioni sulle teorie del colore, diffuse molti anni prima da Michel-Eugène Chevreul e dallo scienziato statunitense Ogden Rood. Un momento di crescita che corrisponde al suo contestuale avvicinamento al pittore Jean Metzinger, determinante nello sviluppo dello stesso genere: una serie di ritratti, realizzati vicendevolmente, rappresentano l’esito di un interesse comune, condiviso proprio su questo tema. Connotato da un profondo antinaturalismo (e da una scomposizione cromatica che risente più dell’influenza di Henri-Edmond Cross che di Georges Seurat) il ritratto di Madame Carlier rappresenta forse uno dei primi tentativi di messa in pratica della teoria dei contrasti simultanei, ravvisabile soprattutto nella costruzione della massa dei capelli, resa attraverso una giustapposizione regolare dei colori. Amici dello zio di Delaunay, i Carlier erano una famiglia borghese, proprietari di una tenuta estiva a Vaulx-de-Cernay (località poco distante dalla capitale francese) frequentata da Robert già a partire dal 1905. Di questo rapporto con i Carlier resta la testimonianza di un altro dipinto ascrivibile al medesimo contesto famigliare, il Portrait de Henri Carlier (fig. 1), realizzato forse nella medesima circostanza, che si presenta con caratteristiche e dimensioni analoghe1.
Fig. 1. R. Delaunay, Portrait de Henri Carlier, 1906, olio su tela. Parigi, Centre Pompidou, in deposito presso Musée Fabre, Montpellier.
Il Portrait de Madame Carlier verrà esposto per la prima volta nel 1912, in occasione della personale di Delaunay presso la Galerie Barbazanges di Parigi (che ospita contestualmente anche la mostra della pittrice Marie Laurencin). In questa circostanza, Delaunay non si limiterà a proporre gli esiti delle sue ricerche più attuali, ben rappresentate dalla serie La ville o da quella delle «torri», ma sceglierà di esporre retrospettivamente parte della sua produzione meno recente, riservando uno spazio agli stessi ritratti2. Se Guillame Apollinaire vedrà proprio in questa ricapitolazione un punto di forza rispetto alla sua evoluzione di artista (nella circostanza, affermerà: «Robert Delaunay occupait déjà une place importante parmi les artistes de sa génération. Cette exposition est bien faite pour renforcer la bonne opinion que l’on avait de l’intégrité de son art»)3, un critico severo come Louis Vauxcelles non tollererà invece le ricerche di sei anni prima, minimizzandone il valore: «Avant d’être cubiste, M. Delaunay pointilla lourdement, à la manière du jeune Metzinger. Tout cela est enfantin»4. L’opera rivivrà, dopo la morte dell’artista, una stagione di rinnovato interesse, in particolare attraverso le retrospettive che gli verranno nel tempo dedicate, tese a ricollocare la sua attività nel contesto più ampio dell’avanguardia internazionale. Dopo un tour europeo, che vedrà l’opera transitare tra Francia, Olanda e Inghilterra, il ritratto di Madame Carlier approderà a Torino nel 1960, alla mostra «Robert e Sonia Delaunay», inaugurata presso la Galleria Civica d’Arte Moderna nel marzo di quell’anno (fig. 2)5. Per l’occasione, il ritratto verrà esposto sulla stessa parete del suo corrispettivo maschile (Portrait de Henri Carlier), intercalato dal dipinto La mer del 1905. È dunque probabile che l’acquisto dell’opera da parte di Francesco Federico Cerruti presso un’asta parigina di Tajan nel 2006 sia legato al ricordo della mostra torinese del 1960.
Alessandro Botta
1 Circa la parentela dei due effigiati esistono pareri discordanti: per alcuni studiosi si tratterebbe di una coppia di coniugi (Hoog 1967, p. 37; P. Rousseau, Robert Delaunay, Jean Metzinger et le divisionnisme de Signac, in Münster-Grenoble-Weimar 1996-1997, p. 184), per altri, invece, il legame sarebbe da intendersi come filiale, vedendo nella donna, all’apparenza più anziana, la madre dell’uomo (Vriesen, Imdahl 1967, p. 18; Bernier, Schneider-Maunoury 1995, p. 61). Guy Habasque è stato invece il primo a suggerire che l’esecuzione dei due dipinti sia avvenuta nella località di Vaulx-de-Cernay (G. Haba sque, Catalogue de l’oeuvre de R. Delaunay, in Francastel 1957, pp. 248-249, nn. 24-25). A differenza del ritratto femminile, il Portrait de Henri Carlier risulta essere firmato e datato (1906) e riporta le misure di 64 x 60 cm; acquistato dallo Stato nel 1945, fa parte delle collezioni nazionali francesi.
2 Nell’occasione Delaunay presentava sette ritratti, realizzati tra il 1906 e il 1911 (si veda Parigi 1912, nn. 11-17).
3 Apollinaire 1912, p. 2 («Robert Delaunay occupava già un posto importante fra gli artisti della sua generazione. Questa esposizione viene a rinsaldare la buona opinione che si aveva dell’integrità della sua arte», trad. dell’autore).
4 Vauxcelles 1912, p. 4 («Prima di essere cubista, Delaunay scomponeva pesantemente la sua pittura in punti, alla maniera del giovane Metzinger. Tutto questo è infantile», trad. dell’autore).
5 Il dipinto appare in catalogo come proprietà di Sonia Delaunay, moglie dell’artista; in realtà, l’opera apparteneva al collezionista parigino Pierre Durelle. In una lettera all’allora direttore del museo, Vittorio Viale, è lo stesso Durelle a segnalare l’errore riportato in catalogo (Lettera di P. Durelle a V. Viale, 15 marzo 1960, «Robert e Sonia Delaunay», SMO 557, Archivio dei Musei Civici, Torino). Organizzata sotto l’alto patronato del Comitato Pittori d’Oggi Francia-Italia, la mostra era progettata in collaborazione con il Musée des Beaux-Arts di Lione, che solo l’anno prima presentava un’esposizione dall’analoga configurazione (Lione 1959).
Fig. 2. Sala della mostra «Robert e Sonia Delaunay», Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna, 8 marzo -19 aprile 1960. Torino, Archivio Fotografico della Fondazione Torino Musei.


