Riflessi di sole (Marina); (Riflessi)
Enrico Reycend
1887 c.
Olio su tavola
21,1 x 12,2 cm
Anno di acquisizione 1979
Inv. 0853
N. Catalogo C19a
Provenienza
Esposizioni
[...] «dove il colore si fa materia tutta vibrante di vivide luminosità»
Questa piccola Marina, analoga per dimensioni a molte altre tavolette di Reycend dipinte direttamente en plein air, si distingue per quella vivida freschezza di visione e di tocco, quella «germinante luminosità materica» tipica delle sue opere migliori che spesso ha indotto la critica ad accostare l’artista agli impressionisti. Innovativa e assolutamente originale, del resto, fu la posizione di Reycend nell’orizzonte della cultura pittorica piemontese degli ultimi due decenni dell’Ottocento. Anche se i contatti diretti con il gruppo degli impressionisti francesi, pur verosimili se si pensa ai tre soggiorni da lui compiuti a Parigi, nel 1878, 1888 e 1900, non sono al momento dimostrabili (l’accostamento più persuasivo, fra quelli proposti dalla critica, resta quello con Sisley), evidente è l’affinità nel modo di interpretare e rappresentare il paesaggio in funzione della luce, costruendo le forme attraverso accostamenti di colore puro e pastoso, con rapidità di tocco e senza alcuna finalità descrittiva. Come gli impressionisti, Reycend è particolarmente sensibile al mutare delle condizioni percettive e ama ritrarre con insistenza uno stesso luogo in diverse ore del giorno. Quest’attenzione per gli effetti luminosi del paesaggio si ritrova con assiduità nelle numerose marine realizzate a partire dagli anni ottanta, quando i frequenti e prolungati soggiorni a Genova e nella Liguria di Ponente mettono il pittore di fronte a nuovi motivi, sempre colti sul vero: scali portuali, come l’affascinante Porto di Genova (1886) anch’esso in Collezione Cerruti (sch. p. 618), e spiagge con barche e figure, o solo il cielo e la distesa dell’acqua, rotta dai riflessi colorati della luce solare o della luna e animata alle volte da una vela o da un vapore in lontananza, «introdotti a sottolineare, con l’evidenza del rapporto, l’immensità dello spazio»1.
Il tema diventa sempre più frequente nella produzione dell’artista dopo l’inizio del Novecento, quando però la sua pittura comincia a farsi ripetitiva e perde la freschezza di tocco degli anni precedenti. Non è certo questo il caso di Riflessi di sole, opera che Angelo Dragone data intorno al 1887 e segnala per la raffinatezza di una scrittura pittorica «dove il colore si fa materia tutta vibrante di vivide luminosità»2, scegliendo di esporla sia all’interno della mostra «Da Bagetti a Reycend» (Torino 1986), sia nell’ambito della successiva rassegna sui «Paesisti Piemontesi dell’800» (Acqui Terme 1995).
L’opera risulta di forte suggestione proprio per la capacità dell’artista di restituire col solo mezzo del colore l’emozione suscitata dall’effetto di tramonto sul mare. È un’immagine vitale e poetica, di largo respiro nonostante le dimensioni siano contenute; nessuna quinta a limitare l’ampiezza della visione che si spinge fino alla linea dell’orizzonte interrotta dalle sagome scure di un fumante battello a vapore e di una seconda piccola nave. La medesima inquadratura, semplicissima ma d’effetto, con le stesse imbarcazioni e gli strati di nubi basse, è ripresa nella tavoletta Alta marea (1887 c.), già in Collezione Arturo Tabusso di Torino, riprodotta nel catalogo della retrospettiva allestita nel 1955 presso la Galleria Fogliato di Torino3.
Nel 1979 i fratelli Fogliato organizzarono, oltre alla consueta rassegna annuale dedicata ai «Pittori dell’800», la mostra «Omaggio al mondo di Enrico Reycend», curata dal critico Luigi Carluccio. È probabile che Cerruti abbia acquistato Riflessi proprio in quest’occasione, assieme a un’altra tavoletta di Reycend, Il Monviso da Saluzzo, dotata peraltro di una cornice identica (sch. p. 622). I due dipinti recano a tergo le etichette che attestano la partecipazione a entrambe le esposizioni, ma solo quella della 35a collettiva riporta il nome del proprietario: «Rag. Cerruti», ancora assente nell’etichetta della mostraomaggio.
Monica Tomiato
1 G. L. Marini, cit. in Cuneo 1995; Brescia 1999, p. 335.
2 A. Dragone, in Torino 1986b, p. 21.
3 M. Biancale, Enrico Reycend, in Torino 1955a, p. 48, tav. 27.
