Nudo sdraiato (Nudo coricato di giovane donna bionda) (Nudo di donna)
Giovanni Boldini
1889-1893 c.
Olio su tela
74 x 65 cm
Anno di acquisizione 1999
Inv. 0078
N. Catalogo A70
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
« [...] donne frenetiche, isteriche, convulse [...] contente e rassegnate nella loro estrema squilibrata positura dove il pittore le ha collocate per una effimera eternità»
Un’eccezionale qualità esecutiva motiva la prestigiosa vicenda collezionistica di quest’opera, a fronte del fatto che si tratta di uno studio lasciato in abbozzo in molte parti su un supporto forse improvvisato. Boldini reimpiega, infatti, una tela già in parte dipinta, tagliandola a mano e tendendola su un nuovo telaio: a indicarlo è il rifodero dei lembi della tela sul verso e la stratificazione delle pennellate, talvolta incoerenti con la visione del nudo in atelier e lasciate a vista come prova di estrema «bravura». Trasparenze, slavature, colature e inspessimenti di pasta animano la superficie del dipinto, abbozzando appena la dormeuse, i tendaggi dello studio e anche il viso della modella, mentre è esatta la messa a fuoco della luce sulla pelle trepidante del nudo. Per la posa sinuosa e scorciata della modella, Rossella Campana ha richiamato la fortuna francese dell’Antiope di Correggio del Louvre, che dalla seconda metà dell’Ottocento diventa in letteratura e nelle arti figurative un modello aulico di erotismo1. Esempio tipico di nudo correggesco, morbido e sensuale, è la Danae esposta da Carolus- Duran al Salon del 1891 (fig. 1), un confronto eloquente negli stessi anni in cui si può collocare, per ragioni stilistiche, lo studio di Boldini. La nervosità dell’anatomia conferma il «serpentinismo boldiniano», secondo la felice espressione coniata da Pier Maria Bardi in uno scritto pubblicato postumo nel 1989: «La liana, residuata come ultima propizia flora orientaleggiante del trionfale esotismo del medio romanticismo, si incarna in quelle donne tutte mosse e agitate dalla mano boldiniana, donne frenetiche, isteriche, convulse [...] contente e rassegnate nella loro estrema squilibrata positura dove il pittore le ha collocate per una effimera eternità»2. Primo proprietario dell’opera è Guillaume de Gontaut-Biron (1859- 1939), marchese di antichissimo lignaggio e ultimo proprietario del castello di Biron in Dordogna. Amatore d’arte e mercante, era proprietario di una collezione di opere dal Seicento all’Ottocento, in gran parte vendute in asta nel 1914, e un nucleo di disegni di Tiepolo e Guardi acquistato dal Metropolitan di New York nel 1937. A giudicare dai carteggi, Boldini deve aver conosciuto il marchese a cavallo del secolo: il suo ritratto eseguito nel 1900 e la notizia che nel 1905 il marchese possedeva una quindicina di opere del pittore3 confermano un rapporto di mecenatismo e una frequentazione assidua.
Il marchese si separa dalla tela soltanto nel 1938, quando viene battuta all’asta presso la Galerie Charpentier di Parigi e passa al collezionismo aristocratico ginevrino, nel castello d’Allaman e poi nello Château de Penthes. Quest’ultima è dal 1950 fino al 1972 la sede della raccolta di Louis Birkigt, figlio dell’ingegnere titolare del marchio automobilistico Hispano-Suiza.
L’opera torna nei primi anni ottanta in una collezione nobiliare, quella del baronetto inglese sir Valentine Abdy, commissario dello Smithsonian Institute di Washington e amministratore del Museé des Arts Decoratifs di Parigi. Un nucleo di importanti opere boldiniane della sua collezione, tra cui questa tela, è battuto in asta a New York nel 1990. Nudo sdraiato è l’ultima e la più importante opera di Boldini acquistata da Cerruti, che se la aggiudica a un’asta parigina nel 1999.
Filippo Bosco
1 «Già modello in pittura per Watteau, Pierre, Ingres, e annoverata da Théophile Gautier nel suo romanzo programmatico Mademoiselle de Maupin fra le bellezze ideali, è riferimento stuzzicante per i fratelli de Goncourt nella descrizione della modellina protagonista del loro Manette Salomon, mentre appare aggressivamente suadente per Charles Baudelaire in Les bijoux, composizione da Les épaves, scartata da Les fleurs du mal per oscenità, nella quale il poeta nel descrivere la donna amata fa riferimento proprio a quell’immagine di penetrante erotismo» (R. Campana, in Roma 2009-2010, p. 216).
2 M. Bardi, Da «Boldini e il suo tempo», in Milano 1989b, p. 50.
3 «Questi soggetti, certi nudi, dei fiori (segnatamente, nella collezione del marchese di Biron dove una quindicina di Boldini stanno accanto a dei capolavori) dimostrano che l’artista è molto superiore ai suoi motivi occasionali» (Mauclair 1905, p. 152, traduzione dell’autore).
Fig. 1. E. A. Carolus-Duran, Danae, 1891, olio su tela. Bordeaux, Musée des Beaux-Arts.

