Marilyn sulla spiaggia

Mimmo Rotella

2004
Affiche lacerata su tela
100 x 70 cm
Anno di acquisizione 2007


Inv. 0807
N. Catalogo A749


Provenienza

«Strappare i manifesti dai muri è l’unica rivalsa, l’unica protesta contro una società che ha perduto gusto dei mutamenti e delle trasformazioni strabilianti. Io incollo i manifesti, poi li strappo: nascono forme nuove, imprevedibili». 

 

Trasferitosi a Roma a metà degli anni quaranta, Mimmo Rotella si avvicina alle punte più avanzate dell’arte astratta, entrando in contatto con gli artisti di Forma: nel 1947 espone all’Art Club a Roma, mentre nel 1951 tiene la prima mostra personale alla Galleria Chiurazzi con dipinti astrattogeometrici, e partecipa alla grande rassegna «Arte astratta e concreta in Italia», curata da Palma Bucarelli e Giulio Carlo Argan alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, promossa dall’Art Club e l’Age d’Or. Nello stesso anno, grazie a una borsa di studio della Fulbright Foundation, ottiene una residenza presso l’Università di Kansas City, dove resterà fino all’estate del 1952. Rientrato a Roma, tra il 1953 e il 1954 dà avvio alla serie dei décollages, esposta per la prima volta nell’aprile del 1955 in occasione della mostra «I Sette pittori sul Tevere a Ponte Santangelo», curata da Emilio Villa, eccentrico e brillante animatore della scena artistica e culturale della capitale. «Strappare i manifesti dai muri - afferma l’artista nel 1957 - è l’unica rivalsa, l’unica protesta contro una società che ha perduto gusto dei mutamenti e delle trasformazioni strabilianti. Io incollo i manifesti, poi li strappo: nascono forme nuove, imprevedibili»1. Con il décollage Rotella abbandona la pittura a favore del prelievo di affiches recuperate dalla strada, con un gesto che guarda alla tradizione del collage delle prime avanguardie, al polimaterismo di Enrico Prampolini e, specialmente nei retro d’affiches, ai Sacchi di Alberto Burri, riletti tuttavia in una chiave diversa: gli aspetti esistenziali presenti nel lavoro di Burri si stemperano, per lasciare spazio a superfici formate dalla stratificazione di tracce e segni provenienti dalla strada. Con il décollage Rotella apre l’opera allo spazio e al tempo della vita urbana: sarà questo l’aspetto che renderà il suo lavoro una fonte preziosa per la successiva generazione di artisti legati alla Scuola di Piazza del Popolo e alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. Se nelle opere degli anni cinquanta l’attenzione dell’artista è ancora rivolta all’aspetto materico della superficie, in quelle del decennio successivo, e in particolare in quelle esposte nel 1962 in occasione della sua prima personale alla Galerie J di Parigi intitolata «Cinecittà», curata da Pierre Restany, l’interesse si sposta verso i simboli della nuova mitologia del boom economico, fatta di slogan pubblicitari, oggetti di consumo, divi del cinema: «Il mondo di immagini violentissime che ci circonda (segnaletica stradale, cartelloni, manifesti, semafori, automobili coloratissime, pubblicità) non può non colpire la retina e la fantasia del pittore, al di fuori di ogni pretesto figurativo in senso tradizionale»2. Da questa consapevolezza nasce in Rotella l’urgenza di confrontarsi con le icone e le star della contemporaneità: sin dai primi anni sessanta Marilyn Monroe, la diva per antonomasia, diventa un soggetto ricorrente nel suo lavoro, presente in opere come La vedette du rythme o The Hot Marilyn, entrambe del 1962. «Una Marilyn strappata - nota Angela Vettese - è sempre una Marilyn, ma rispetto all’immagine appena uscita dalla stamperia è una donna che ha vissuto nel mondo, che è stata consumata dagli sguardi e dalle attenzioni, che ha perso la prima, monumentale completezza con cui il manifesto intendeva presentarla»3. All’attrice, morta prematuramente nel 1962, viene dedicata nel dicembre del 1967 la mostra collettiva «Homage to Marilyn Monroe», alla Sidney Janis Gallery di New York, dove, insieme ai décollages di Rotella, figurano le opere di alcuni tra i più significativi esponenti del New Dada, dell’Independent Group, della Pop Art e del Nouveau Réalisme, tra cui Arman, Peter Blake, John Chamberlain, Joseph Cornell, Richard Hamilton, Robert Indiana, Allen Jones, Marisol, Claes Oldenburg, Peter Phillips, Eduardo Paolozzi, Robert Rauschenberg, James Rosenquist, George Segal, Andy Warhol e Tom Wesselmann. Nel décollage appartenente alla collezione di Francesco Federico Cerruti, datato 2004 e acquisito nel maggio 2007 dalla Galleria LC di Parigi, Rotella interviene sul manifesto del film diretto da Billy Wilder A qualcuno piace caldo (1959), di cui Marilyn Monroe fu protagonista insieme a Jack Lemmon e Tony Curtis, tornando a lavorare su un tema a lui caro, affrontato in molte opere nel corso della sua intera attività artistica. 

Raffaella Perna

 

1 M. Rotella, in Roma 1957, p.n.n.

2 M. Rotella, in L’Aquila 1962, p. 42.

3 A. Vettese, Quando brillavano le stelle, in Vettese 2002, p. 13.