Madonna con Gesù Bambino dormiente

Giuseppe Maria Crespi

1710-1720 c.
Olio su tela
Anno di acquisizione 2006


Inv. 0030
N. Catalogo A27


Provenienza

Bibliografia

La luce che spiove dall’alto stacca i volti dal fondo immerso nell’oscurità, proiettando ombre scure sugli occhi della madre e indugiando sul volto del bimbo addormentato, modellato con una trama sapiente di pennellate dense di biacca. 

 

Il dipinto appare in buono stato di conservazione, se si eccettua la perdita parziale delle velature blu del manto della Madonna, che appare leggermente tendente al verdastro. La tela fu acquisita nel 2006 a un’asta londinese di Sotheby’s, cui era apparsa dopo un precedente passaggio presso Christie’s nel 2000, proveniente dalla collezione di Rudolf J. Heinemann (1901-1975), noto mercante d’arte operoso tra Europa e Stati Uniti nei decenni centrali del xx secolo. Il nome di Heinemann, oltre che per l’acquisizione di numerosi dipinti di antichi maestri da parte di vari musei statunitensi, è noto per il ruolo di primo piano giocato nella costituzione della raccolta del barone Hans Heinrich Thyssen e nell’istituzione del museo a essa dedicata a Lugano, di cui curò anche il catalogo. Dopo la scomparsa di Heinemann nel 1975, i dipinti e i disegni della sua collezione passarono alla moglie Lore e nella seconda metà degli anni novanta vennero in ampia misura donati a musei americani. Parte di essi, come è il caso della tela qui presentata, furono affidati alla casa d’aste Christie’s con lo scopo di ricavare risorse per il Lore and Rudolf Heinemann Fund dedicato al sostegno di attività di ricerca sui dipinti antichi. Con un’inquadratura ravvicinata, stretta sui volti dei due protagonisti, la tela raffigura il riposo del Bambino adagiato fra le braccia della Madonna. La luce che spiove dall’alto stacca i volti dal fondo immerso nell’oscurità, proiettando ombre scure sugli occhi della madre e indugiando sul volto del bimbo addormentato, modellato con una trama sapiente di pennellate dense di biacca. Com’è tipico di Crespi, all’austerità del chiaroscuro fanno da controcanto raffinate accensioni cromatiche, qui orchestrate sui toni del rosso, del blu e dell’ocra, a ricordarci la fascinazione del pittore per le cromie di ascendenza veneziana. Con la sinistra il Bambino regge una piccola croce, presagio della Passione cui è destinato, mentre la rosa al centro, certo sfuggitagli di mano, vale come una raffinata evocazione mariana. 

Il dipinto è pubblicato nel 1980 nella monografia su Giuseppe Maria Crespi di Mira Pajes Merriman, che sulla base della riproduzione fotografica lo colloca nella fase matura della produzione del pittore bolognese, tra secondo e terzo decennio del Settecento, giudicandolo «una delle più belle opere religiose di destinazione privata» del suo catalogo1. Per affinità di piccolo formato, sensibilità religiosa e delicato sentimentalismo la tela può essere accostata alla Madonna con Gesù Bambino dormiente già nella Collezione Tinozzi di Bologna, databile intorno al 1720- 17252

Paolo Vanoli

 

1 Pajes Merriman 1980, p. 243, n. 30.

2 Ibid., p. 243, n. 31; G. Viroli, cat. 66, in Bologna 1990b, pp. 132-133.