Madonna con Bambino e san Giovannino
Nicola di Gabriele Sbraghe, detto Nicola da Urbino
1525-1530
Maiolica con lustro rosso e oro
22 x 17,9 x 1,5 cm
Anno di acquisizione 1988
N. Catalogo A557
Inv. 0635
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
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La targa, bordata di nero, presenta, in una composizione di gusto raffaellesco, la Vergine seduta su un prato, con in grembo il Bambino e san Giovannino che reggono a quattro mani la croce. Le tre figure si stagliano sullo sfondo di una tenda drappeggiata, davanti a un muro di mattoni oltre il quale si intravede un paesaggio montuoso sotto un cielo infiammato di giallo e rosso e solcato da piccole nubi. L’altissima qualità della pittura rivela la mano del più importante pittore di maioliche del Rinascimento, Nicola di Gabriele Sbraghe, detto Nicola da Urbino1. La sua attività si colloca tra il 1520, quando compare per la prima volta nei documenti urbinati, e il 1537. Muore nell’inverno del 1537-1538, e la sua bottega è ceduta dalla vedova a Vincenzo Andreoli, figlio di Giorgio Andreoli da Gubbio. Cinque sono le opere che recano la sua firma e hanno permesso la ricostruzione di un corpus: una coppa datata 1521 ora all’Ermitage a San Pietroburgo, un frammento al Musée du Louvre a Parigi, un piatto datato 1528 al Museo Nazionale del Bargello a Firenze, un piatto già nella chiesa di Santo Stefano a Novellara (la cui iscrizione qualifica Nicola come pittore e non solo proprietario di bottega) e un piatto al British Museum di Londra.
Alla sua mano sono state ricondotte due delle credenze più splendide del Rinascimento: quella del Museo Correr di Venezia e quella realizzata nel 1524 per Isabella d’Este su commissione della figlia, la duchessa Eleonora Gonzaga, moglie di Francesco Maria della Rovere, duca di Urbino, espressamente per la villa di Porto Mantovano. Ancora nel 1533, Nicola realizzò un servizio per il figlio di Isabella, Federico duca di Mantova, e la moglie Margherita Paleologo.
La targa è una delle rare opere di Nicola decorate a lustro: il lustro oro lumeggia il tendaggio, le colline azzurre, i bordi delle figure, la croce e traccia i calzari del piccolo Giovanni, mentre il lustro rosso disegna le aureole, le nuvole infuocate del tramonto e il fermaglio che tiene la veste di pelle di Giovanni. L’opera può essere confrontata con altre targhe devozionali attribuite a Nicola, di cui la più vicina risulta essere quella recentemente acquistata sul mercato antiquario americano da Michel Vandermeersch ed esposta a Urbino2.
Nell’inventario manoscritto della Collezione Cerruti del giugno 1993 la targa è collocata nella prima camera da letto ed è descritta come «Piastrella in maiolica policroma, Madonna con Bambino e san Giovannino».
[Cristina Maritano]
1 Per un profilo di Nicola, si veda Wilson T. 2018.
2 Per un confronto con altre targhe dello stesso autore si veda Paolinelli 2012.