Madonna col Bambino, san Girolamo, san Bernardino e quattro angeli
Ansano di Pietro di Domenico, detto Sano di Pietro
1465 c.
Tempera e oro su tavola
64,5 x 43 cm
Anno di acquisizione 1987
Inv. 0005
N. Catalogo A5
Provenienza
Bibliografia
[...] la Madonna tiene mestamente lo sguardo basso, reso attraverso la linea dritta delle palpebre superiori, che di solito è inarcata per donare agli occhi la caratteristica forma a mandorla, tipica dei personaggi di Sano di Pietro.
Sano di Pietro, pittore e miniatore senese attivo nel XV secolo, è uno degli allievi più fedeli del Sassetta, a capo di una prolificissima bottega. Continuatore della tradizione tardogotica, si iscrive al ruolo dei pittori nel 1428 e riceve commissioni soprattutto dalla città natale e dal territorio circostante. La critica tende a distinguere la sua produzione in due fasi: il periodo giovanile caratterizzato da opere non firmate, ancora fortemente influenzate dallo stile del maestro e attribuite in passato al cosiddetto Maestro dell’Osservanza1, e il periodo della maturità in cui sviluppa un personale e inconfondibile linguaggio figurativo, che tuttavia scade in qualità, a causa del massiccio intervento di collaboratori di bottega. Il polittico dei Gesuati (Siena, Pinacoteca Nazionale, n. 246), capolavoro autografo del maestro datato 1444, è considerato l’opera di cesura tra le due fasi. Successivamente il pittore riceve molti incarichi dalla Confraternita di Santa Maria e San Francesco a Siena, in onore del predicatore Bernardino Albizzeschi, canonizzato nel 1450. La grande devozione popolare per san Bernardino si esprime attraverso la realizzazione di decine di tavole e anconette a uso privato raffiguranti la Madonna col Bambino e angeli, con ai lati il santo francescano e san Girolamo2, proprio come il dipinto in Collezione Cerruti. Bernardino, a destra, indossa il saio e tiene in mano il trigramma cristologico di forma circolare, che in origine doveva essere blu con una raggiera fiammata eseguita in oro applicato a missione. San Girolamo, a sinistra, veste una tunica penitenziale di colore grigio-marrone legata con un cinturino di cuoio, come richiamo alla sua scelta di vita eremitica. L’opera, proveniente dalla Cattedrale di Sant’Andrea a Inverness (Scozia), cui sarebbe passata dalla collezione di Culloden House, è comparsa sul mercato antiquario nel 19873 con un’attribuzione a Sano di Pietro, ed è stata inserita da Marion Angela Knauf (1998) tra i lavori di alta qualità della sua bottega, risalente agli anni sessanta del Quattrocento, secondo l’analisi della punzonatura.
Il dipinto presenta una cornice verosimilmente aggiunta in epoca successiva alla sua realizzazione e che in alcuni punti si sovrammette alla superficie pittorica. Quest’ultima risulta leggermente abrasa e impoverita negli incarnati, inoltre sono visibili alcuni ritocchi alla mano benedicente del Bambino e al suo piedino destro. Confrontando l’aspetto attuale con la fotografia scattata in occasione della vendita Christie’s (1987; Fototeca Zeri, inv. 43918), si nota la presenza di uno strato disomogeneo di vernice che aveva alterato la brunitura delle ali degli angeli e gran parte delle zone raffiguranti l’epidermide.
La tavola si accosta agli esempi più notevoli di Sano che presentano la medesima composizione, come il dipinto in Collezione Salini (Asciano, Siena), quello del Lindenau-Museum di Altenburg (inv. 73) e quello del Chicago Art Institute (inv. 1933.1027), i quali si distinguono per raffinatezza e per i dettagli preziosi, come l’elaborata lavorazione e punzonatura dei nimbi o la decorazione della veste rosa del Bambino operata sull’oro. Il dipinto Cerruti è avvicinabile a queste opere anche per un dettaglio di natura affettiva, ovvero la Madonna che tiene mestamente lo sguardo basso, reso attraverso la linea dritta delle palpebre superiori, che di solito è inarcata per donare agli occhi la caratteristica forma a mandorla, tipica dei personaggi di Sano di Pietro. Sebbene queste ancone destinate alla devozione privata presentino caratteri figurativi e iconografici ricorrenti4, come le teste degli angeli cinte da ghirlande di rose o di foglie d’ulivo, la tavola Cerruti si distingue per piccole varianti, come il dettaglio delle ali degli angeli incise e differenziate dall’oro del fondo attraverso la brunitura, il mazzolino di rose tenuto in mano dal Bambino che siede scomposto sul braccio sinistro della Madre. In accordo con la datazione dei dipinti evocati a confronto, si ritiene di poter collocare l’esecuzione della tavola da parte di Sano di Pietro coadiuvato dai suoi collaboratori nella seconda metà degli anni sessanta del Quattrocento, come già proposto da Knauf.
Gaia Ravalli
1Per l’identificazione con Sano di Pietro si vedano in ultimo Falcone 2010, pp. 28-34, A. De Marchi, Sano di Pietro prima della Pala dei Gesuati e il «Maestro dell’Osservanza»: aporie di una doppia identità, in Fattorini 2012, pp. 53-85, e in ultimo Fattorini 2017.
2K. Christiansen, cat. 39, in Bellosi 2009, vol. I, pp. 298-301; Fattorini 2017.
3Christie’s, Londra, 10 luglio 1987 (lot. 104).
4Freuler 2002, pp. 427-430.
