Madonna col Bambino
Scultore dell Francia del Nord
1330-1350 c.
pietra calcarea con policromia non originaria
145 x 40 x 35 cm
Anno di acquisizione 1984-1993
N. Catalogo A556
Inv. 0633
Provenienza
La Vergine, stante, tiene il Bambino sollevato in alto, con il braccio sinistro, e nella destra stringe un attributo di identificazione dubbia: pare infatti un grappolo d’uva, allusione alla Passione di Cristo, elemento insolito a tale altezza cronologica e inadeguato alla gestualità della madre, che non offre il frutto al figlio, ma ha la mano allungata sul fianco. Questa anomalia può essere indizio di una rilavorazione di questa parte (magari per la frattura dell’originario attributo) o si può ipotizzare che nel foro, visibile sul grappolo, si innestasse un accessorio in materiale diverso.
La Madonna ha il volto incorniciato da bande di capelli, mosse in ritmiche onde, e da un corto velo su cui poggia una corona con alti fioroni lobati; indossa una veste legata in vita da una cintura e un manto che passa sul ventre e sulle ginocchia, trattenuto sotto il braccio sinistro; lo schema del panneggio è lineare ma fluido, con semplici ricadute verticali tra le gambe.
Il Cristo, coperto da una lunga vesticciola, benedice con la destra e nella sinistra stringe un globo, in origine crocigero, come attesta la rottura all’apice della sfera, corrispondente alla terminazione della croce. Singolare la posa del Bambino, sporto decisamente in avanti, senza scambiare uno sguardo o un cenno di affetto con la madre, quasi un piccolo simulacro del tutto autonomo rispetto alla figura mariana.
Il gruppo lapideo si presenta completamente dipinto, tanto negli incarnati che nei panneggi, nei toni dell’azzurro, arancio e bruno. Tale policromia non è quella originaria, sebbene in alcune parti sembri riprendere una precedente, più sbiadita, stesura. La pittura altera la percezione delle forme e dei volti, nei quali sottolinea e marca le labbra, le sopracciglia e le pupille. Dove la preparazione e la pittura sono mancanti, perché lacunose, si può apprezzare il colore naturale della pietra e si riconoscono i segni lasciati dal cesello.
La scultura può essere accostata a un buon numero di Vergini col Bambino, simili nella posa e nel panneggio, derivate da un prototipo diffuso in Île-de-France nel secondo quarto del XIV secolo. Uno degli esemplari più belli del gruppo è la Vergine della chiesa parrocchiale di Bouée, mentre quella in marmo della Cattedrale di Langres, realizzata a Parigi nel 1341, costituisce un sicuro riferimento cronologico per l’intera serie1. Alcune varianti e peculiarità della Vergine Cerruti, quali il volto allungato e schiacciato, i tratti robusti e gli zigomi alti, la bocca minuta che accenna un sorriso, gli occhi sagomati a mandorla vicini alla canna nasale, o ancora le proporzioni filiformi della silhouette e l’intaglio deciso ma non profondo, suggeriscono una possibile origine nelle regioni a nord della capitale, attorno alla metà del secolo. Questi caratteri, in particolare la posa dritta e ieratica e il volto appesantito, si riscontrano in alcune sculture di influsso parigino provenienti dal Vexin francese e dai dipartimenti dell’Orne e dell’Eure (Normandia), tra cui la Santa Caterina di Bézu-la-Forêt, la Vergine col Bambino di Mainneville, o quella di Saint-Germaind’Aunay2. Il ridotto numero di dettagli della veste della Vergine Cerruti è un ulteriore indizio di una produzione seriale, che tendeva alla semplificazione di fortunati prototipi: mancano ad esempio le spille o le cinture, simili a gioielli, che spesso impreziosivano tali figure, così come appare ormai reiterato senza alcuna partecipazione il rigido gesto di benedizione del Bambino. A conferma della longevità e diffusione di questi modelli si registra il raffronto tra questa Vergine e la coeva Madonna con Bambino della Memorial Art Gallery dell’University of Rochester a New York3 (fig. 1) attribuita alla Francia centrale ma prossima per l’impostazione generale e per puntuali dettagli. Si ignorano le modalità di ingresso di quest’opera nella collezione di Francesco Federico Cerruti, che aveva collocato la Vergine col Bambino nel salone circolare al primo piano della villa, di fronte alla finestra come in una nicchia di luce, isolata e ben visibile, quale unica monumentale, ma misurata, presenza scultorea in una sala intima, destinata a esporre principalmente dipinti.
Fig. 1. Madonna con Bambino, 1340-1350 c. New York, Memorial Art Gallery, University of Rochester.