La spacconata (Una discussione)

Giovanni Battista Quadrone

1892
Olio su tela
42,5 x 57,5 cm
Anno di acquisizione ante 1983


Inv. 0191
N. Catalogo A186


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

[...] l’opera ritrae con un velo di ironia una chiacchierata fra cacciatori appena rientrati da una battuta venatoria. 

 

Fin dagli anni di studio all’Accademia Albertina di Torino e poi nel periodo del soggiorno a Parigi, Giovanni Battista Quadrone, nato nella cittadina piemontese di Mondovì, si specializzò nella pittura di genere, che tradizionalmente ha per soggetto scene di vita quotidiana o di caccia, locande, pastori al pascolo o rappresentazioni folcloristiche in costume. Ne è un esempio La spacconata, in cui Quadrone apre uno scorcio su una taverna dove i cacciatori riposano dopo una battuta. Il supporto è una tela le cui dimensioni corrispondono alle specifiche dettate all’epoca dall’Accademia per i dipinti di genere. La gerarchia accademica considerava questo un «genere minore» rispetto alla pittura storica, gesta di eroi o scene di battaglia, e alla ritrattistica1, quindi adatto soltanto a supporti di dimensioni medie o piccole. 

Quadrone, che proveniva da una famiglia benestante, dipinge con la massima precisione e fin nel minimo dettaglio gli abiti consunti e laceri della povera gente di campagna e non trascura neanche i segni di degrado degli edifici, come le crepe nell’intonaco o la vernice scrostata sui mobili. Il dipinto si intitola La spacconata, anche se alcuni cataloghi riportano il titolo Una discussione2 e sul verso c’è scritto Una disputa di bracconieri. Quale che sia il titolo, l’opera ritrae con un velo di ironia una chiacchierata fra cacciatori appena rientrati da una battuta venatoria. Tre uomini e due donne sono riuniti attorno a un tavolo: l’uomo in piedi sul lato destro cerca di spiegare e convincere le donne con un gesto forte della mano; mentre la più giovane reagisce con un’espressione interrogativa e apre la bocca per lo stupore, l’altra, in piedi sullo sfondo, si limita a commentare con un ghigno beffardo. Gli altri due uomini leggono ciascuno un lato del giornale con espressione allegra, bevendo un bicchiere di rosso spillato da un fiasco. 

La luce intensa che entra nella sala dalla finestra in alto a destra indica che i cacciatori si sono incontrati di mattina presto. Con grande maestria Quadrone unisce e contrappone gli attori principali della battuta venatoria: i cacciatori stessi, che indossano alti stivali di pelle o copripantaloni di pelliccia; i cani, uno dei quali si appoggia esausto sulle gambe del padrone, mentre l’altro osserva con malcelato interesse i resti di cibo sul tavolo; poi i fucili e, naturalmente, la preda conquistata: una volpe. 

Il ciclo della vita e della morte è qui rappresentato dal confronto tra la volpe e i cani. Mentre questi ultimi hanno posture tipiche, la volpe giace riversa su una sedia con la lingua di fuori e la coda penzoloni e ha vicino un altro fucile, ulteriore indicazione del successo della battuta. La posizione dell’animale morto ricorda le classiche nature morte con selvaggina del Seicento olandese, tuttavia mentre in quelle le prede uccise venivano sistemate in modo artistico e presentate come preziosi trofei, qui la volpe giace abbandonata sulla sedia, come se i cacciatori impegnati a leggere e a bere vino l’avessero già dimenticata. Contrariamente a Il tempo minaccia (sch. p. 574), La spacconata non descrive la tensione che precede la caccia, ma piuttosto il rilassamento che la segue: chi legge, chi beve vino, chi discute... Quadrone ritrae le persone e i loro diversi modi di impiegare il tempo libero. Mentre i tre al tavolo già pianificano la prossima uscita, la preda e la sua morte sono ormai diventate del tutto irrilevanti. 

Veronica Peselmann 

 

1 Pevsner 1986, p. 103. 

2 Torino 2002, pp. 103, 216, 217; Marini 1998, vol. I, n. 661.