La Fontaine
La fontana
Paul Cézanne
1876-1878 c.
Acquerello, tempera, inchiostro e matita su carta
10,2 x 14 cm
Anno di acquisizione 1994
Inv. 0094
N. Catalogo A86
Provenienza
Bibliografia
In questo gruppo di piccoli dipinti di genere il senso moderno del colore e del tocco del pennello si applica a scene senza tempo, che evocano, benché mai esplicitamente, temi più complessi della semplice rappresentazione del quotidiano.
Quando Lionello Venturi incluse l’acquerello cézanniano della Collezione Cerruti nel primo catalogo ragionato dell’opera dell’artista, egli non conosceva il dipinto di cui esso era lo studio preparatorio, La Fontaine, benché quest’ultimo appartenesse alla raccolta di Charles Loeser, conservata a Firenze (fig. 1). Loeser era poco incline a rendere pubblici i suoi quadri e solo alcuni di essi compaiono nel catalogo di Venturi; dopo la morte del marito (nel 1928) la vedova si attenne ai medesimi criteri di riservatezza1 e non fornì allo studioso fotografie dei quadri della collezione, tanto che nel catalogo generale del 1936 Venturi poté schedarne solo alcuni. Un foglio non datato di mano di Venturi contiene un elenco di dipinti cézanniani appartenenti alla collezione Loeser: La Fontaine potrebbe essere il quadro indicato come «Composizione piccolissima»2. Quando il quadretto compare in asta da Sotheby’s il 6 maggio del 1959 Venturi, consultato prima della vendita, chiede di visionarlo di persona3 e, sciolti i dubbi, lo acquisisce al catalogo ai fini della seconda edizione (che non vide tuttavia mai la luce); nella scheda dattiloscritta è collegato all’acquerello Cerruti4.
Adrien Chappuis nel catalogo ragionato dei disegni di Cézanne pubblica un foglio con due studi per la figura maschile del mendicante al centro della composizione e uno per la mucca alle sue spalle5, non riscontrando tuttavia il nesso con le due versioni ad acquerello e olio de La Fontaine. Solo in date relativamente recenti, quindi, è stato possibile ricucire la storia dell’opera6: Cézanne ne aveva fissato a matita alcuni aspetti, ne aveva eseguito uno studio ad acquerello molto dettagliato, come gli accadeva spesso per lavori di questo genere7, e lo aveva infine tradotto in un quadro di dimensioni ridotte, appena più grandi di quelle dell’acquerello. Sulla parte sinistra della composizione vi sono due donne alla fontana: una riempie una brocca d’acqua, l’altra è rivolta verso lo spettatore, al centro il vecchio mendicante, piegato sulle gambe, riceve l’elemosina di un bambino accompagnato da un cane; dietro il vecchio si vedono un sentiero e la sagoma di una mucca; a destra, in primo piano, un’altra mucca (l’unica variazione importante fra l’acquerello e il dipinto è la presenza, nel quadro a olio, di una terza donna nel gruppo di sinistra). Nell’acquerello, più che nella traduzione a olio, si riscontra la presenza, in particolare sulle fronde degli alberi, di una pennellata staccata e regolare, stesa a piccoli tocchi, non lontana dalla cosiddetta «pennellata costruttiva» impiegata dall’artista fra la seconda metà degli anni settanta e gli ottanta. Quest’ultimo carattere, unito alla qualità atmosferica del colore, porta a datare l’opera poco oltre la metà degli anni settanta, nella fase in cui Cézanne è più vicino all’Impressionismo. L’acquerello tuttavia non è la trascrizione di un effetto luminoso sulla realtà osservata, ma una «scena di genere»8 immaginata e non veduta, un bozzetto di vita nei campi dietro cui si cela forse un senso allegorico ed è parte di un gruppetto di lavori di piccole dimensioni eseguiti in questa fase, dove il colorito è chiaro, ma il soggetto è d’invenzione. La posa del vecchio replica, ruotata di mezzo giro, quella del contadino a destra ne La Vie des champs, 1876-18779, altro quadro appartenente al nucleo suddetto, dove compare anche il tema della donna con la brocca d’acqua; quest’ultimo motivo ne La Vie des champs si collega al tema della Samaritana al pozzo, presente in un disegno cézanniano della fine degli anni sessanta, recentemente venuto alla luce10. In questo gruppo di piccoli dipinti di genere il senso moderno del colore e del tocco del pennello si applica a scene senza tempo, che evocano, benché mai esplicitamente, temi più complessi della semplice rappresentazione del quotidiano. Colpisce, a tale riguardo, la nota11 scritta in fretta da Venturi nel 1935 dopo aver visto a Parigi da Gaston Bernheim (uno dei titolari della Galleria Bernheim-Jeune) l’acquerello ora in Collezione Cerruti e poi copiata in bella grafia da Aldo Garosci (esule anch’egli a Parigi e collaboratore di Venturi al catalogo ragionato di Cézanne) a corredo della scheda per l’opera, conservata presso l’Archivio di Lionello Venturi: «Leggenda, come una scena di Samaritana al pozzo. Scena di genere interessante. Immagine del bovaro che si china verso il bimbo. Direi 1878-80. Verde bleu prevalenti con qualche tocco di giallo nella fontana. Cielo celeste. Calmo di colore (L.V. 35)»12.
Claudio Zambianchi
1Rewald 1989, p. 82, n. 3.
2Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Archivio di Lionello Venturi, Serie Cézanne, Busta 10, fasc. 104.
3Si veda lo scambio di lettere tra Sotheby’s e L. Venturi, risp. 18 e 24 marzo 1959 (Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Archivio di Lionello Venturi, Serie Cézanne, Busta 10, fasc. 106).
4Si vedano schede 276 e 980 (Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Archivio di Lionello Venturi, Serie Cézanne, Busta 16, risp. fascc. 143 e 146).
5Chappuis 1973, vol. I, p. 78, vol. II, n. 134, ill.
6Rewald 1983, p. 96.
7Rewald 1996, vol. I, p. 192.
8Venturi L. 1936, p. 247.
9W. Feilchenfeldt, J. Warman, D. Nash, The Paintings of Paul Cézanne, www.cezannecatalogue. com/catalogue/index.php, n. 641 (ultimo accesso 2 dicembre 2018).
10Chedeville 2017.
11Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Archivio di Lionello Venturi, Serie Cézanne, Busta 6, fasc. 63.
12Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Archivio di Lionello Venturi, Serie Cézanne, Busta 3, fasc. 32.
Fig. 1. P. Cézanne, La Fontaine, 1876-1877, olio su tela. Londra, collezione privata.

