Hohes Bild mit Pferden
Immagine alta con cavalli
Heinrich Campendonk
1914 c.
Olio su tela
96 x 54 cm
Anno di acquisizione 1997
Inv. 0081
N. Catalogo A73
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
La presenza degli animali come motivo pittorico, tratto che accomuna il lavoro di Campendonk a quello di Marc, fu tra le ragioni che suscitarono l’interesse di Cerruti per l’opera.
Quando nel 1910 il giovane Heinrich Campendonk incontra i pittori Helmuth e August Macke, i due cugini hanno da poco conosciuto Franz Marc nel suo studio di Monaco: tra loro si instaura un sodalizio e i dipinti di Campendonk, che nel frattempo ha cominciato a dividere l’atelier con Helmuth Macke, vengono portati all’attenzione di Marc e Vasilij Kandinskij, all’epoca impegnati a individuare un gruppo di artisti dalla poetica affine. Nel 1911, mentre fervono i preparativi per l’almanacco Der Blaue Reiter (l’unico numero uscirà nel maggio 1912), il pittore si trasferisce in Baviera a Sindelsdorf dove viene inizialmente ospitato da Marc; prende parte quindi alla prima esposizione del «Cavaliere azzurro» alla galleria Thannhauser di Monaco nel dicembre dello stesso anno e da allora ne diviene uno dei più convinti alfieri. Seguono anni di intensa attività, che lo vedono dal 1912 tra gli artisti rappresentati dalla Galerie Der Sturm di Berlino e nel 1913 alla mostra degli espressionisti renani di Bonn. Nel 1914, allo scoppio della guerra che saltuariamente lo chiamerà al fronte e che provocherà la diaspora e in certi casi la morte dei suoi compagni di strada, prosegue a lavorare.
Particolarmente vicino a Marc, Campendonk ritrae il mondo naturale, attribuendovi connotati fiabeschi privi tuttavia di spiritualismo e simbolismo cromatico. Nelle sue opere l’influsso del Cubismo, di Robert Delaunay e dei futuristi si mescola all’attenzione per le arti applicate (a Krefeld aveva frequentato la Scuola di Arti Applicate tra il 1905 e il 1909) e per l’arte popolare (in particolare le pitture votive dipinte sotto vetro caratteristiche della Baviera). Colori espressionisti si affrontano in limpidi contrasti tra toni caldi e freddi, mentre le figure spiccatamente bidimensionali e dai contorni netti sono sottoposte a una geometrizzazione delle forme. Così appaiono i cavalli in Hohes Bild mit Pferden, dove gli animali simbolo della vita contadina e del legame con la natura si stagliano di profilo, le sagome sovrapposte l’una all’altra sullo sfondo dell’architettura urbana e industriale: questa, tratteggiata anche in altri dipinti, sembra evocare la città mineraria di Penzberg, vicino a Sindelsdorf. La tela è attraversata da una diagonale che accentua dinamicamente la verticalità e le case sono tipicamente definite con segno semplificato. Elementi vegetali, come le foglie stilizzate, o puramente geometrici incorniciano la scena. La presenza degli animali come motivo pittorico, tratto che accomuna il lavoro di Campendonk a quello di Marc, fu tra le ragioni che suscitarono l’interesse di Cerruti per l’opera. Nella sua biblioteca è presente il catalogo dell’asta Sotheby’s del 1997 in occasione della quale acquistò il dipinto, accompagnato da un messaggio della Galerie Thomas di Monaco di Baviera, che occasionalmente segnalava al collezionista opere di potenziale interesse; si conservano inoltre il catalogo della mostra «Il Cavaliere azzurro» tenutasi alla Galleria d’Arte Moderna di Torino nel 1971, la cui memoria rimane fondamentale per comprendere alcune delle scelte collezionistiche di Cerruti, e quello dell’esposizione «Espressionismo e arte tedesca del xx secolo» a Palazzo Madama, Torino, nel 1954, che annoverava un olio e quattro acquerelli di Campendonk.
Al retro della tela è incollata un’etichetta della galleria Der Sturm di Berlino, recante autore e titolo. La scheda del catalogo generale1 attesta la presenza al retro di altre etichette (della Galerie Flechtheim di Berlino e della Société Auxiliaire des Expositions du Palais des Beaux-Arts di Bruxelles), che tuttavia oggi non sono presenti e che dovevano verosimilmente trovarsi sul telaio originale, sostituito in un secondo momento. Nello stesso catalogo, Hohes Bild mit Pferden risulta essere in collezione privata (non sono indicati i precedenti passaggi di proprietà) e viene identificato con il lavoro esposto alle mostre di Anversa, Düsseldorf-Bonn e Bruxelles con il titolo Cavalli: nei cataloghi delle tre mostre in questione2 è indicata l’appartenenza dell’opera alla Collezione Oscar Mairlot, mecenate belga che dagli anni venti e trenta diede vita a una preziosa raccolta; nel catalogo di Bonn e in quello di Bruxelles, le misure coincidono con quelle note, ma la data attribuita è 1915.
Valeria D’Urso
1 Firmenich 1989, n. 442 ö.
2 Anversa 1955, p. 38, n. 131; Düsseldorf-Bonn 1972-1973, p. 27, n. 29; Bruxelles 1973, n. 25.
