Il tempo minaccia
Giovanni Battista Quadrone
1896
Olio su tela
46,5 x 34 cm
Anno di acquisizione ante 1983
Inv. 0192
N. Catalogo A187
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
Il tempo minaccia è un esempio di questo stile realistico, che non trascura alcun dettaglio delle figure né dell’ambiente: un cacciatore e il suo cane stanno per partire per una battuta venatoria e l’uomo getta un ultimo sguardo interrogativo dalla finestra del modesto alloggio.
Nel 1896, due anni prima di morire, il piemontese Giovanni Battista Quadrone completò Il tempo minaccia, una scena di genere che raffigura un cacciatore e il suo cane. Il dipinto, minuziosamente dettagliato, consente un parallelo con la biografia dell’artista, il quale dal 1876 circa iniziò a praticare con passione l’attività venatoria e a dipingere con successo numerose scene di caccia, ampliando così il suo repertorio di pittore di genere e di animali.
Quadrone si formò tra il 1861 e il 1868 presso l’Accademia Albertina di Torino, dove insegnavano Enrico Gamba e Gaetano Ferri1. Nel 1870 si trasferì a Parigi per approfondire la tecnica del nudo; qui lavorò presso l’atelier di Léon Bonnat e fu influenzato dal noto pittore di storia Jean-Léon Gérôme, il cui stile quasi iperrealistico era celebre ben oltre Parigi2. Tornato a Torino continuò a perfezionare il suo stile attento al minimo dettaglio e si dedicò a dipingere accurate scene di genere storico. Per la sua estrema attenzione ai particolari fu spesso definito il «Meissonier italiano»3, dal nome di un noto pittore di storia attivo a Parigi a metà Ottocento, i cui dipinti erano caratterizzati da grande accuratezza e cura meticolosa.
Il tempo minaccia è un esempio di questo stile realistico, che non trascura alcun dettaglio delle figure né dell’ambiente: un cacciatore e il suo cane stanno per partire per una battuta venatoria e l’uomo getta un ultimo sguardo interrogativo dalla finestra del modesto alloggio. La tempesta e le nuvole nere se ne sono andate o si stanno avvicinando? L’ombrello che tiene stretto sotto il braccio sarà un riparo sufficiente? Dalla finestra entra ancora qualche raggio di sole che illumina la parete con un bagliore. Mentre il cacciatore indugia per un momento, il cane già tira con impazienza il guinzaglio nella direzione opposta: vuole correre al più presto all’aria aperta.
Con estremo realismo e precisione nella resa dei dettagli, Quadrone ritrae l’intonaco sbriciolato del muro, gli abiti consunti del cacciatore e l’alloggio trasandato, con i resti del desinare e i gambi del cipollotto caduti dal tavolo sparsi sul pavimento. Questo disordine apre un piccolo scorcio sulla quotidianità del cacciatore, il quale non si preoccupa tanto di rassettare il suo alloggio quanto di trovare la migliore opportunità per uscire a caccia nella natura. Il tempo minaccia combina ad arte il mondo interiore e quello esterno, così come abbina il gioco della luce artificiale e di quella naturale. Sulla parete di fondo una lampada risplende rossastra e contrasta con la luce del sole proveniente dalla finestra, che illumina l’interno e il volto dell’anziano cacciatore. La luce naturale rappresenta il luogo del desiderio che si trova al di là del freddo pavimento e delle pareti consunte. Il dipinto ritrae un interno, tuttavia esseri umani e animali vorrebbero abbandonarlo perché desiderano l’esterno. Mentre il cacciatore guarda con rispetto il sole e le condizioni atmosferiche, il cane segue l’istinto e la brama di sentire il sole autentico, senza perdere altro tempo.
Il titolo dell’opera riflette l’impazienza dell’animale, ma può anche riferirsi a un imminente cambiamento climatico o a un temporale che si avvicina, oppure alludere a un’esistenza faticosa. Sia il cacciatore che il cane mostrano infatti i segni del tempo che passa: l’uomo ha la barba screziata di grigio, le mani sciupate, il viso rugoso che è stato esposto a ogni tipo di intemperie e anche il cane ha il pelo già leggermente scarmigliato e ispido. Resta poco tempo e l’animale vuole uscire per cogliere gli ultimi raggi di sole, sia in senso letterale che figurato. Il taglio sentimentale dato alla rappresentazione del cacciatore e del suo cane ha reso Il tempo minaccia uno dei dipinti di Quadrone di maggior successo e nel 1897 gli è valso il primo premio alla Mostra di Firenze4.
Veronica Peselmann
1 Torino 2002, p. 176.
2 Ibid., p. 179.
3 Marini 1998, vol. I., p. 129.
4 Torino 2002, pp. 198, 199.
