Il ritrovamento di Mosé
Valerio Castello
1655 c.
Olio su tela
154,5 x 215 cm
Anno di acquisizione 1994
Inv. 0061
N. Catalogo A52
Esposizioni
Bibliografia
La composizione [...] si colloca nel sesto decennio, una cronologia suggerita dall’elegante movimento delle figure tradotto con un segno veloce e leggero, rafforzato dal gioco di luci e ombre che disegna i profili delicati e fa risaltare la calda cromia delle vesti.
Non si hanno dati sulla vicenda collezionistica della tela, resa nota da Camillo Manzitti1 con una proposta di datazione all’ultima attività del pittore accolta negli studi successivi2. Lo studioso pone il dipinto in relazione con una teletta, in collezione privata, che ne costituirebbe il probabile modelletto descritto da Federigo Alizeri intorno alla metà del Settecento insieme ad altri tre bozzetti di Valerio nel terzo salotto del piano nobile del Palazzo Brignole (poi Durazzo) in piazza della Meridiana, allora di proprietà del marchese Giovanni Carlo Brignole3. Rispetto al modelletto, che ambienta le figure in uno spazio aperto, la versione di grande formato in Collezione Cerruti focalizza l’attenzione sul gruppo femminile, portato in primo piano e chiuso intorno al bimbo, con la figura di spalle in leggera torsione che richiama l’invenzione del pastore in primo piano nella Natività del Castiglione, opera eseguita nel 1645, studiata e reinterpretata più volte da Valerio. La composizione, come già anticipato, si colloca nel sesto decennio, una cronologia suggerita dall’elegante movimento delle figure tradotto con un segno veloce e leggero, rafforzato dal gioco di luci e ombre che disegna i profili delicati e fa risaltare la calda cromia delle vesti.
Nel corso della breve carriera di Valerio, l’episodio narrato nel libro dell’Esodo, in cui la figlia del faraone e le sue ancelle trovarono il piccolo Mosè in una cesta deposta dalla madre tra le canne del fiume, è replicato e variato più volte, in una sequenza di invenzioni compositive (disegni, bozzetti, tele)4 reinterpretate dai seguaci e dai diretti discepoli, come Bartolomeo Biscaino, Stefano Magnasco e Gian Lorenzo Bertolotto5.
Gelsomina Spione
1 Manzitti 1974, p. 235, n. 143.
2 G. Zanelli, in Genova 2008, pp. 317-318, n. 88.
3 Alizeri 1846-1847, vol. II, parte I, p. 367.
4 Orlando 2001, pp. 32-37.
5 Manzitti 2004, p. 190.
