The Poet and His Muse

Il poeta e la sua musa

Andy Warhol

1982
Acrilico e serigrafia su tela
127 x 101,6 cm
Anno di acquisizione 2005


Inv. 0185
N. Catalogo A180


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

L’operazione di Warhol si carica quindi di un preciso valore concettuale: le sue diventano repliche di repliche. 

 

L’interesse per l’immaginario dei consumi, la mimesi del linguaggio pubblicitario, l’adozione di uno stile freddo, seriale e in apparenza anonimo, sono questi aspetti a rendere Andy Warhol l’artista più emblematico della Pop Art. Eppure sarebbe riduttivo identificarlo solo con quel fenomeno: attraverso una ricerca maturata a inizio anni sessanta e sviluppata sino alla metà degli ottanta, egli ha rappresentato molto di più, tanto da diventare una figura chiave dell’intero Novecento. E tanto, soprattutto, da impersonare la nuova iconografia dell’artista contemporaneo: non più genio disadattato, così come era stato Jackson Pollock insieme alla generazione dell’Espressionismo astratto, ma uomo di successo, abile manager di se stesso e della sua Factory, capace addirittura di dettare le mode nel costume come nella musica. 

Realizzato nel 1982 e acquistato da Francesco Federico Cerruti a un’asta Sotheby’s del 2005, The Poet and His Muse appartiene a un ciclo dedicato a Giorgio de Chirico e cade in una stagione in cui, in linea con i nuovi orientamenti della modernità, la ricerca di Warhol si rivolge con insistenza alla storia dell’arte. After de Chirico (Dopo de Chirico), presentato per intero nel novembre di quell’anno a Roma presso la Sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio, consta di dodici lavori serigrafici su tela dipinta ad acrilico. Le sei opere che lo ispirano (Piazza d’Italia, 1950; Ettore e Andromaca, 1950; Il poeta e la musa, 1959, da questo l’esemplare Cerruti; Le muse inquietanti, 1960; Mobili nella valle, 1962; Oreste e Pilade, 1962) possiedono una peculiarità: sono tutte repliche di soggetti metafisici realizzate durante la tarda maturità dechirichiana. 

L’operazione di Warhol si carica quindi di un preciso valore concettuale: le sue diventano repliche di repliche. Da una tela all’altra il trattamento rimane invariato. Sovrapposto a piatte campiture che annullano i colori di partenza, ogni soggetto si ripete quattro volte. Sempre per via serigrafica, i contorni risultano poi ripassati con un tratto sgranato (è il disegno a matita dell’immagine proiettata) che come in ogni prova warholiana si mantiene leggermente sfasato rispetto agli effettivi profili. 

Warhol ammirava da sempre de Chirico. Lo aveva incontrato in più occasioni durante i suoi soggiorni italiani, a Roma e Venezia. Eppure fu solo nel 1982 che decise di omaggiarlo. Decisiva fu la visita alla grande retrospettiva ordinata da William Rubin al MoMA di New York: limitata alla stagione metafisica (1910-1918) ma comunque aperta al problema dei tanti rifacimenti1. In un’intervista ad Achille Bonito Oliva l’artista avrebbe ammesso tutta la meraviglia dinnanzi alle due pagine del catalogo con ben diciotto repliche delle Muse inquietanti2. In anni segnati da continui tributi ai classici, soprattutto italiani (Botticelli, Leonardo, Raffaello), After de Chirico non rappresentava solo l’ennesima citazione. Nel maestro della Metafisica Warhol scorgeva il primo ad aver consapevolmente messo in crisi l’idea di originalità dell’opera, anche quella tradizionalmente dipinta. Insomma, de Chirico come suo precursore: non per tecnica e iconografia, ma per l’atteggiamento con cui si approcciava al proprio lavoro. 

«De Chirico ha ripetuto le stesse immagini per tutta la vita. Credo che l’abbia fatto non soltanto perché i collezionisti e i mercanti d’arte glielo chiedevano, ma perché gli andava di farlo e considerava la ripetizione un mezzo per esprimersi. Probabilmente è questo che abbiamo in comune... La differenza? Quello che lui ripeteva regolarmente anno dopo anno, io lo ripeto nello stesso giorno nello stesso dipinto»3

Fabio Belloni

 

1 W. Rubin, De Chirico and Modernism, in New York 1982a, pp. 73-75.

2 Roma 1982-1983a, p. 58.

3 Ibid., p. 56.