Grooten Atlas, oft werelt-beschryving, in welcke 't

Willem and Joan Blaeu

1642-1644, 1662-1665
Amsterdam
in-folio (570 x 375 mm)
Anno di acquisizione 1992


Legatura coeva olandese in pergamena dorata, in un mobile (legno di noce) di antica fattura con ripiani. 823 mappe e vedute (600 carte geografiche fuori testo nei 9 volumi dell’Atlas Maior; 223 tavole illustrate negli ultimi 2 volumi di Toonneel der steden van ’s konings Nederlanden).
Blaeu Toonneel der Steden (?)
Amsterdam


N. Catalogo A655
Inv. 0731


Provenienza

Bibliografia

Willem and Joan Blaeu, Grooten Atlas, Blaeu Toonneel der Steden (?), Amsterdam 1642-44, 1662-65

Tale e tanta fu l’influenza dell’Atlante di Ortelio che esso divenne la base contenutistica e metodologica per i grandi incisori e stampatori fiamminghi del secolo XVII. Così, a partire dal 1630, i cartografi e tipografi Willem e Joan Blaeu, padre e figlio, iniziarono a comporre il cosiddetto «Atlante maggiore», presente nella Collezione Cerruti sin dal 1992 a testimonianza di un gusto sensibile sia alle legature di pregio sia per la magnificenza dei libri acquistati.

L’esemplare in questione, realizzato nella bottega di Amsterdam in due fasi successive, reca il titolo originale in olandese, mentre l’Atlante Blaeu resta appunto noto come Atlas Maior, sebbene in frontespizio appaia la dicitura Theatrum Orbis Terrarum sive Atlas Novus in quo tabulae et descriptiones omnium regionum di impronta orteliana1. L’opera completa è composta da 11 volumi e 600 mappe le quali raffigurano con sempre maggior dettaglio la Terra nelle sue articolazioni geo-politiche. Lo preannunciano la personificazione dei quattro continenti che compaiono sul frontespizio del 1645, carico di simboli, insieme con quattro figure di dotti (fra i quali una donna) intenti a esaminare due mappamondi. Operazione editoriale senza precedenti, frutto della collazione di mappe e atlanti diversi e di campagne cartografiche realizzate dagli stessi Blaeu, fu assai costosa ma fortunata e garantì loro fama europea e il primato indiscusso nell’editoria geografica del Seicento2.

[Blythe Alice Raviola]

 

1 Si veda Van der Krogt 2005, che introduce e riproduce l’edizione del 1665.

2 Quaini 2006.