Giovane col berretto rosso

Vittore Ghislandi, detto Fra' Galgario

1730-1735
Olio su tela
54,5 x 43,5 cm


Inv. 0045
N. Catalogo A37


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

Questa testa di carattere, nota da tempo alla letteratura critica su uno dei più grandi ritrattisti nell’Europa del Settecento, restituisce la sensibilità pittorica di Fra’ Galgario, nonché la sua grande capacità di indagine psicologica.

 

Il dipinto è riemerso nel 1955 tra le pieghe del collezionismo bergamasco in occasione della mostra monografica dedicata al pittore e al suo ambiente1; allora si trovava nella raccolta di Arno Rota. Esposto in seguito nella selezionata rassegna di quadri privati presso la Galleria Lorenzelli, introdotta da Rodolfo Pallucchini che cercava allora insieme a Giuseppe Fiocco di rivendicare le radici veneziane di Fra’ Galgario2, veniva poco dopo selezionato nell’antologia delle opere più significative del pittore per la regia di uno dei suoi interpreti critici più sensibili ed esigenti, e tutto nel segno longhiano della pittura della realtà lombarda3. Il quadro era allora nella Collezione Valsecchi di Milano, probabilmente la raccolta di lavoro dello studioso di fatti artistici lombardi Marco Valsecchi. 

Nonostante un generale impoverimento della superficie pittorica, il dipinto mantiene le caratteristiche specifiche di questo accanito sperimentatore in campo tecnico ed esecutivo, vista la qualità delle lacche rosse e la sua particolare inclinazione per l’«impasto dei colori attivo», il «dipignere pastoso», con «effetto naturale e sensitivo», per evocare le felici locuzioni di una delle prime voci di un’ideale antologia critica dedicata a Fra’ Galgario, quella dell’abate Giovan Battista Angelini, contemporaneo del pittore, edita nel 17204

Questa testa di carattere, nota da tempo alla letteratura critica su uno dei più grandi ritrattisti nell’Europa del Settecento, restituisce la sensibilità pittorica di Fra’ Galgario, nonché la sua grande capacità di indagine psicologica. L’aria malinconica di questo giovane è quella di molti altri protagonisti del suo repertorio pittorico: una galleria di ragazzi inquieti, che ti guardano con occhi liquidi e tono confidenziale, con naturale empatia. Non è un caso che proprio questo dipinto sia stato scelto tra i quaranta dipinti da illustrare nella rassegna delle opere più significative del frate bergamasco montata da Giovanni Testori, al quale va il merito di una suggestiva lettura dell’opera, da lui giustamente considerata tra gli esemplari della maturità dell’artista. Lo scrittore lo descrive come un dipinto indimenticabile per l’aria malinconica che tradisce il volto del giovane effigiato, serio come un uomo attempato per l’acquisita consapevolezza dell’incerto destino umano: «Grande cosa, cespo in sentor di crepuscolo o sera, che è il “Giovane col berretto rosso” della Collezione Valsecchi. Qui l’eco della ferita batte e ribatte su d’un cuore che ormai ha conosciuto la vita»5

Alessandro Morandotti

 

1 Bergamo 1955.

2 Bergamo 1967.

3 Testori 1970.

4 Sul valore di questa fonte, F. Frangi, «L’effetto naturale e sensitivo»: realtà ed espressione nella pittura di Fra’ Galgario, in Bergamo 2003-2004, p. 47.

5 Testori 1970.