Femme cousant

Donna che cuce

Maximilien Luce

1889
Olio su tela
35 x 27 cm
Anno di acquisizione 1997


Inv. 0134
N. Catalogo A127


Provenienza

Bibliografia

Realizzata nel 1889, Femme cousant mostra un’applicazione già matura della teoria dei contrasti simultanei, restituita efficacemente anche nelle opere - come in questo caso - di piccolo formato. 

 

Formatosi a Parigi come incisore e xilografo, Maximilien Luce si accosta intorno alla metà degli anni ottanta dell’Ottocento alle ricerche di scomposizione cromatica avviate da Georges Seurat e Paul Signac, sperimentando una pittura condotta per piccoli tocchi di colore puro, non mescolato, finalizzata a ottenere un effetto di luminosità intensa, secondo i principi scientifici espressi negli studi di Michel-Eugène Chevreul e Ogden Rood. 

Citato dal critico Félix Fénéon tra la compagine di pittori assimilabili sotto il titolo di «néo-impressionnisme» (definizione coniata dallo stesso Fénéon nel 1886 per indicare il superamento di un approccio intuitivo verso la pittura, a favore di uno studio oggettivo della tecnica e della composizione), Luce, «brutale e leale, dal talento grezzo e muscoloso»1, si dedica in quegli anni soprattutto alla pittura di paesaggio, condotta perlopiù nei pressi di Parigi insieme ai pittori Émile Gustave Cavallo-Péduzzi e Léo Gausson. 

Accanto alle sue vedute urbane e periferiche, colte durante le ore notturne o crepuscolari e sviluppate attraverso scelte tonali meno luminose rispetto agli altri neoimpressionisti, Luce indaga contestualmente la figura umana, descritta in particolare nei momenti d’impegno lavorativo. Un’attenzione ricorrente verso le condizioni sociali dei lavoratori (dagli operai edili dei cantieri parigini a quelli delle acciaierie belghe di Charleroi), che rispecchia le sue stesse convinzioni politiche, vissute attivamente come militante e collaboratore di numerose riviste anarchiche francesi. 

Realizzata nel 1889, Femme cousant mostra un’applicazione già matura della teoria dei contrasti simultanei, restituita efficacemente anche nelle opere - come in questo caso - di piccolo formato. Luce adotta come motivo del suo dipinto l’umile figura di una cucitrice (tema ricorrente nella stessa tradizione del Realismo francese), soggetto che si colloca all’interno di un gruppo di ritratti domestici realizzati in quel periodo, incentrati su personaggi femminili e particolarmente apprezzati dalla critica coeva2

Dipinta in un momento piuttosto fortunato per la sua carriera di artista (dopo l’esordio nel 1887 al «Salon des Indépendants», Luce, nel 1889, viene invitato per la prima volta al «Salon des XX» di Bruxelles, insieme ai pittori neoimpressionisti Henri- Edmond Cross, Camille Pissarro e Seurat), Femme cousant, in realtà, altro non è che la riproposizione di un motivo già studiato in un dipinto precedente, rimasto però allo stato di abbozzo. Nell’opera La Couture del 1887 (fig. 1)3, lo sviluppo più articolato della scena d’interno, caratterizzato dalla presenza di una coppia di donne, viene riconfigurato a distanza di tre anni in due prove distinte, che isolano singolarmente le figure femminili in opere compiute e autonome4

Rimasto nelle raccolte personali del pittore, passate in successione al figlio Frédéric Luce, anch’egli artista, Femme cousant entrerà nella collezione di Francesco Federico Cerruti nel 1997, dopo una serie di passaggi in asta avvenuti, tra Regno Unito e Francia, a partire dalla seconda metà degli anni ottanta. 

Alessandro Botta

 

1 Fénéon 1887, ora in Fénéon 1970, p. 68 (trad. dell’autore). Un anno più tardi ancora Fénéon, in un articolo non firmato, sottolineava la prossimità della pittura di Luce a quella di Seurat: «Techniquement M. Luce se rattache au système de M. Seurat de peindre avec des tons francs, posés les uns à côté des autres, légitimés par leurs complémentaires et produisant d’intenses vibrations lumineuses» (Tecnicamente Luce si rifà al sistema di Seurat di dipingere con dei toni sinceri, accostati gli uni accanto agli altri, legittimati dai loro complementari e che producono delle intense vibrazioni luminose) (L’exposition Luce 1888, p. 316, ora in Fénéon 1970, p. 114; trad. dell’autore).

2 Nel contesto del «Salon des Indépendants» del 1891, il critico Jules Antoine commentava a proposito dei suoi dipinti con soggetti femminili: «Il est à constater pourtant un adoucissement dans sa manière, sensible surtout dans ses études de femme, où apparaît de la grâce» (Va notato tuttavia un ammorbidimento della sua maniera, avvertibile soprattutto nei suoi studi di donna, dove appare della grazia) (Antoine 1891, p. 157; trad. dell’autore).

3 La Couture, 1887, olio su cartone, 20 x 26,5 cm; si veda Bouin-Luce, Bazetoux 1986-2005, vol. II, p. 163, n. 649.

4 Oltre l’opera discussa in questa sede, si segnala il corrispettivo dipinto Femme cousant, 1889-1890, olio su tela, 32,5 x 24,5 cm; si veda Bouin-Luce, Bazetoux 1986-2005, vol. II, p. 164, n. 650.

Fig. 1. M. Luce, La Couture, 1887, olio su cartone. Collezione privata.