Cocomeraia
Roberto Marcello Baldessari, detto Iras
1917 c.
Gouache e collage di giornali su cartoncino
49 x 33 cm
Anno di acquisizione 2000-2010
Inv. 0069
N. Catalogo A61
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
[...] Baldessari introduce un elemento diretto di «realtà» all’interno della composizione, riconfigurando le sue caratteristiche di réclame nel complesso narrativo dell’opera [...]
Formatosi all’Accademia di Venezia, Roberto Marcello Baldessari si trasferisce nel 1915 con la famiglia a Firenze dove entra in contatto con il gruppo di artisti gravitante attorno al caffè delle «Giubbe rosse» e stringe rapporti con i futuristi presenti in città. La sua adesione al movimento, attestabile già nelle opere del 1916, trova effettiva testimonianza soltanto un anno più tardi, nel dicembre del 1917: il suo nome viene infatti segnalato sulle pagine del quindicinale «L’Italia Futurista» come appartenente al «Gruppo pittorico futurista fiorentino», citato accanto ai pittori Primo Conti, Arnaldo Ginna, Emilio Notte e Ottone Rosai1.
Seppur l’opera non figuri nelle esposizioni futuriste del periodo, e nemmeno in quelle degli anni venti e trenta, Cocomeraia rappresenta uno degli esisti più compiuti e significativi di Baldessari soprattutto nel frangente del collage, da lui particolarmente indagato in quegli anni. La composizione, che raffigura una scena di mercato (nello specifico una venditrice di cocomeri, affiancata da un bambino e da una donna effigiata di spalle), si ricollega alle ricerche sul dinamismo plastico sviluppate alcuni anni prima da Umberto Boccioni, mostrando la preferenza di Baldessari ad assimilare il linguaggio dei futuristi maggiori piuttosto che inseguire la linea del gruppo toscano2.
Cocomeraia si colloca nella tradizione del collage futurista, inaugurata dalle prove di Carrà e Boccioni intraprese a partire dal 1914 (a parte un anticipo di Severini, ma condotto in maniera isolata) come risposta alle precedenti sperimentazioni cubiste di Picasso e Braque3. Una tradizione che viene qui aggiornata innestando le suggestioni grafiche dei paroliberi marinettiani, rese attraverso l’applicazione di coppie o gruppi di lettere, che assumono un possibile significato nel contesto dell’opera stessa4.
Oltre all’evidenza stilistica, la verifica sui ritagli - inclusi nel tessuto pittorico - può fornire una serie di elementi utili a svelare la genesi dell’opera e mostrare le possibili applicazioni praticate da Baldessari attraverso l’uso del collage. Con l’inserzione pubblicitaria dell’industria di candele, saponi e affini «G. Peri & C. figli di Eugenio Migone successori» di Firenze, collocata in posizione centrale e facilmente leggibile, Baldessari introduce un elemento diretto di «realtà» all’interno della composizione, riconfigurando le sue caratteristiche di réclame nel complesso narrativo dell’opera (quasi a rappresentare, nel dipinto, una locandina o un affiche pubblicitario).
Nella parte inferiore, invece, un articolo di giornale viene utilizzato per costruire la base di appoggio dell’intero sistema compositivo, sfruttando esclusivamente gli effetti visivi e cromatici del ritaglio. L’ampio frammento, collocato orizzontalmente e parzialmente decifrabile, riproduce l’articolo Storia d’altri tempi. L’Europa contro Federico II di Giuseppe Ortolani, apparso sul settimanale fiorentino «Il Marzocco» nel giugno del 19175.
L’identificazione del ritaglio, oltre a ribadire la prossimità di Baldessari all’ambiente fiorentino6, fornisce il termine post quem per l’esecuzione dell’opera, coerente con la datazione originariamente apposta dall’artista accanto alla firma, ora non più visibile7. Al di là degli aspetti formali e stilistici (che, come si è detto, sono da ricondursi ai primi sviluppi del movimento), il soggetto della Cocomeraia si inquadra appieno nel clima delle ricerche futuriste toscane e nelle sue stesse derive vernacolari. In particolare, l’opera di Baldessari mostra significative tangenze con l’omonima «cocomeraia» di Primo Conti (fig. 1), realizzata sempre nel 1917.
Alessandro Botta
1 Gruppo pittorico futurista fiorentino 1917, p. 1.
2 A questo proposito, Maria Drudi Gambillo afferma come «le sue opere [di Baldessari] stilisticamente sono molto più vicine ai primi firmatari dei manifesti futuristi che al gruppo fiorentino» (M. Drudi Gambillo, Roberto Iras Baldessari, in Dopo Boccioni 1961, p. 18).
3 Su questo aspetto in particolare si veda F. Rovati, «On change son fusil d’épaule». Collage cubisti e futuristi negli anni dieci, in Torino 2007-2008, pp. 264-279.
4 Nella porzione destra dell’opera, due frammenti giustapposti di ritagli formano la scritta «COCO», intesa verosimilmente a evocare il motivo stesso della composizione, quello della Cocomeraia.
5 Ortolani 1917, pp. 2-3 (il ritaglio si trova a p. 2).
6 Proprio alla rivista «Il Marzocco» Baldessari dedicherà una composizione a collage nel 1918, Il Marzocco (Rovereto, Trento, Museo Civico).
7 Come si apprende dal catalogo generale delle opere futuriste di Baldessari, la data autografa «1917», apposta originariamente sotto la firma dell’artista, è stata successivamente cancellata; si veda Scudiero 1989, p. 185.
Fig. 1. P. Conti, La cocomeraia, 1917. Fiesole, Fondazione Primo Conti.

