Chiesetta di Drusacco

Lorenzo Delleani

1881
Olio su tavola
23,5 x 14,5 cm
Anno di acquisizione ante 1983


Inv. 0232
N. Catalogo A222


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

Con l’immediatezza e la freschezza coloristica che contraddistingue già in questo periodo le sue tavolette, Delleani raffigura uno scorcio della seicentesca parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta, al centro del piccolo paese [...].

 

Al principio degli anni ottanta, dopo una prolungata e fortunata attività come pittore di storia e temi di genere, iniziata ancor prima di concludere gli studi all’Accademia Albertina (già nel 1860 aveva esposto alla Promotrice di Torino un Episodio dell’assedio di Ancona), Delleani comincia a orientarsi verso una pittura più spontanea e aderente alla realtà, raccogliendo le indicazioni e le sollecitazioni della critica che l’andava esortando a dedicarsi maggiormente allo «studio del vero»1 e alla produzione paesistica, con cui del resto s’era cimentato, anche se in misura marginale, fin dalla giovinezza. Come giustamente ha osservato Angelo Dragone, la sua non è una «conversione» al vero e al paesaggio2; già sul finire degli anni sessanta, quando lavora alle sue complesse rievocazioni in costume di storia veneziana, Delleani realizza, infatti, piccoli olii di paesaggio per studiare i fondali delle composizioni o semplicemente per fissare un motivo d’architettura o d’ambiente. 

Già nel 1878 inizia a dipingere dal vero su tavolette di 23 x 15 cm circa (la cosiddetta assicella piccola, in uso fino al 1881), ma è solo dall’inverno 1880-1881 che comincia a esporre in pubblico, al Circolo degli Artisti di Torino, le prime opere di questo tipo, ottenendo significativi consensi da parte di critica e pubblico. A partire da questo momento, Delleani, sempre attento all’aspetto mercantile della propria attività, intensifica la produzione paesaggistica, alternando il lavoro in studio (nei mesi invernali) alle sedute di pittura en plein air. È stato stimato che durante la sua carriera egli abbia dipinto circa tremila tavolette di paesaggio con immagini delle località che era solito frequentare (in particolare del natio Biellese cui rimase per tutta la vita legatissimo) e dei luoghi visitati nel corso dei viaggi in Italia e all’estero, quasi tutte realizzate di getto, in meno di un’ora3, e d’abitudine datate con precisione. 

In questo caso l’assicella, oltre alla firma e alla data (25 giugno 1881), reca sul recto una dedica dell’autore all’amico Vittorio Sclopis (Rivoli 1844 - Torino 1918), ingegnere e brillante imprenditore nel campo dell’industria chimica, primo in Italia ad avviare, nell’azienda di famiglia, attiva fin dal 1812 in Borgo Dora a Torino, la produzione di acido solforico con la pirite estratta dalle miniere di Brosso in alta Valchiusella, a pochi chilometri da Drusacco. 

Con l’immediatezza e la freschezza coloristica che contraddistingue già in questo periodo le sue tavolette, Delleani raffigura uno scorcio della seicentesca parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta, al centro del piccolo paese (oggi frazione del Comune di Vico Canavese): non la facciata principale, ma il fianco della chiesa sulla via Monte Marzo, con il caratteristico portale coperto proteso su uno spiazzo erboso dove un gruppetto di donne, vestite di blu, bianco e rosso, fa da contrappunto al verde intenso dell’erba. «Una sinfonia di muri sbrecciati, ravvivata da vivide macchie di colore» l’avrebbe definita Angelo Dragone nella sua monumentale monografia su Delleani4. Non è chiaro se l’opera fosse già allora in possesso di Francesco Federico Cerruti, ma il critico torinese ne registra il precedente passaggio in una non meglio identificata «collezione G. S., Torino (1948)». Sul retro dell’assicella sono presenti sia il timbro dello «Schedario Dragone» (n. 2458), sia l’autentica della Galleria Fogliato (n. 952), specializzata in arte dell’Ottocento piemontese, presso cui l’opera venne esposta nel 1971. 

Monica Tomiato

 

1 Filippi 1880, p. 49.

2 Dragone P. 2000, p. 18.

3 Marini 2013, p. 216.

4 Dragone A. 1973-1974, vol. I, p. 141.