Bozzetto per “Il lavoro”

Antonio Fontanesi

1873 c.
Olio e grafite su cartone
13,5 x 21,5 cm
Anno di acquisizione ante 1983


Inv. 0189
N. Catalogo A184


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

Nel 1873, dopo alcuni anni di assenza dalle esposizioni in coincidenza con l’avvio dell’insegnamento alla Regia Accademia Albertina (1869), Antonio Fontanesi si ripresentava sulla scena artistica inviando a Vienna, all’Esposizione Universale, la grande tela Aprile e a Torino, alla mostra della Società Promotrice di Belle Arti, un dipinto di dimensioni più contenute intitolato Il lavoro, da tempo irreperibile, ma di cui resta traccia in un’antica stampa fotografica (fig. 1)1. Al quadro veniva dedicato un commento nel fascicolo contenuto nell’elegante cartella a ricordo dell’esposizione; a firmarlo era Luigi Rocca, presidente della Società Promotrice, che esprimeva con queste parole il suo apprezzamento per Fontanesi: «la parte principale che è una vasta e assai animata campagna è animata da due buoi che solcano il terreno sotto la guida del villano. Ora io non mi farò qui a trovar senza mende la pittura del Fontanesi, io che ho combattuto nei suoi eccessi la scuola così detta dell’avvenire; ognuno però dovrà confessare che la vista di siffatti dipinti fece conoscere viemmeglio i difetti di quella pittura tutta di convenzione, e tanto leccata, che era di moda fra noi [...]»2. A confermare uno dei rari attestati di stima verso l’artista reggiano negli anni non facili del suo discusso insegnamento alla Regia Accademia Albertina di Torino fu la scelta di inserire, tra le cinque riproduzioni all’acquaforte che accompagnavano l’edizione-ricordo, quella della sua opera (fig. 2). Ed è alla fase di messa a punto di questa versione in scala ridotta del dipinto, la cui matrice sarebbe stata incisa dallo stesso Fontanesi, che è da mettere in relazione il bel bozzetto della Collezione Cerruti. 

Fig. 1. A. Fontanesi, Il lavoro, stampa fotografica di G. B. Berra. Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Gabinetto Disegni e Stampe, Legato Camerana 1905.

Rispetto alla composizione de Il lavoro, il bozzetto è rappresentato in controparte come è logico pensando all’esecuzione della matrice e con una riduzione del colore quasi a monocromo che consente di ipotizzare che esso fosse utile a prefigurarne la resa. Anche la scelta del formato contenuto assume un preciso significato dato che corrisponde a quello dell’incisione, così come l’adozione di una tecnica libera e sperimentale che, combinando pittura a olio e grafite, giunge a una potente definizione del chiaroscuro e dei punti posti in risalto dalla luce. 

Oltre a documentare un interessante passaggio del processo creativo dell’artista, il bozzetto testimonia l’interesse per la ripresa di un soggetto legato al soggiorno fiorentino dell’artista, nel 1867, quando nello studio di Cristiano Banti aveva messo a punto una prima, grande tela incentrata sul tema dell’aratura intitolata Il lavoro della terra (Milano, collezione privata). A differenza di quella, qui tutto si fa più materico e reale, quasi a sospettare che in questa diversa attenzione si possa leggere il maturare di quella «poesia del vero» e il desiderio di misurarsi con le scelte veriste condotte in quegli stessi anni da alcuni dei suoi più giovani estimatori, come Alfredo d’Andrade, Ernesto Rayper e Vittorio Avondo, protagonisti dell’intensa stagione della cosiddetta Scuola di Rivara. Il bozzetto fu acquistato dalla Galleria Fogliato di Torino che, nata come negozio di cornici nel 1916, nel dopoguerra divenne un punto di riferimento per la pittura italiana dell’Ottocento. L’opera era già proprietà di Cerruti nel 1993: la sua presenza è, infatti, registrata nell’inventario manoscritto della collezione datato al 30 giugno di quell’anno. 

Virginia Bertone

 

1 V. Bertone, Gli anni di Fontanesi a Torino, in Torino 1997c, p. 115.

2 L. Rocca, Rivista Generale. Proemio, in Società Promotrice 1873, p. 14.

Fig. 2. A. Fontanesi, Il lavoro, II versione, acquaforte), firmata A. Fontanesi/s.b.; impressa da C. Lovera (in Società Promotrice. Ricordo, Torino 1873). Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Biblioteca.