Bozzetto di pubblicità per la rivista “Gli Avvenimenti”

Mario Sironi

1915
Tempera, inchiostro e collage su carta
17 x 13 cm


Inv. 0177
N. Catalogo A170


Provenienza

La meccanicità del soggetto, amplificata dall’attualità che assumeva nel contesto bellico europeo, dovette ispirare l’artista nello sviluppo di forme geometriche silhouettate e incastrate, dai vivacissimi colori, che ormai risultano completamente slegate dalle poetiche formali dei suoi colleghi italiani [...].

 

Mario Sironi nasce a Sassari il 12 maggio 1885; il padre Enrico, di origine lombarda, era ingegnere del Genio civile. Già nel 1886 la famiglia si trasferisce definitivamente a Roma, dove il giovane si forma culturalmente. Nel 1903, a diciotto anni, conosce alla Scuola Libera del Nudo di via Ripetta Umberto Boccioni, Gino Severini e il loro più anziano amico e maestro Giacomo Balla. Questo incontro risulta determinante per il giovane artista, che aveva da poco abbandonato gli studi di ingegneria per dedicarsi interamente alla pittura. Nel 1906 è a Parigi, dove abita insieme a Boccioni, che lo definirà «il mio migliore amico e l’ultimo». Una serie di crisi depressive e nervose condiziona la sua attività di quegli anni. Uscendo da questa complicata situazione psicofisica, Sironi si avvicina con nuove energie ed entusiasmo, alla fine del 1913, al Futurismo. Dal 1915, con l’inizio della guerra, mentre il suo baricentro culturale va spostandosi da Roma a Milano, Sironi entra a far parte del gruppo dirigente futurista; è in questo periodo che esegue una serie di illustrazioni, pubblicate su «Gli Avvenimenti» nel 1916 e sul «Montello» nel 1918. 

L’opera di Sironi, che qui è affiancata senza nessun senso storico a un cimelio della Prima guerra mondiale (il volantino relativo al volo su Vienna dell’8 agosto 1918, firmato da vari personaggi tra cui l’ideatore stesso del volo, Gabriele d’Annunzio), è il bozzetto di un’illustrazione pubblicata il 16 maggio 1915 sul numero 20 della rivista milanese «Gli Avvenimenti»1. È un periodo di grande interesse per l’evoluzione del futurismo di Sironi, in cui egli si distacca dalle matrici più boccioniane del movimento per elaborare un originale sintetismo ispirato alle esperienze del Cubofuturismo russo. Le campiture scandite e vivacemente colorate, le sintesi geometrizzanti e «meccaniche», bloccate da un costruttivismo serrato, costituiscono il contributo forse più originale e autonomo di Sironi a quella fase artistica, in cui egli risolve le sue innate esigenze plastiche, di costruzione solida dell’immagine, volgendo il principio dinamico del Futurismo in puro fattore ideologico e ambientale, ignorando quasi la rappresentazione del movimento: camion e città, aerei e ciclisti divengono metafora di un dinamismo intrinseco al soggetto, futurista nel contenuto essenziale ma in cui il movimento potenziale risulta come bloccato dalla solidità geometrica dell’impianto. 

All’inizio del 1915 questo atteggiamento filo-russo si esplicita sulla rivista «Noi e il Mondo» (si veda n. 2, 1o febbraio 1915), attraverso una serie di illustrazioni fortemente geometrizzanti e «meccaniche», con campiture marcate e un cromatismo acceso, di cui una porta anche una scritta in cirillico a sottolinearne l’ispirazione russa. Questa illustrazione, assieme al contemporaneo collage Aereo (collezione privata), è una delle prime rappresentazioni di aerei realizzate nell’ambito del Futurismo: un tema che avrà nell’aeropittura uno svolgimento tematico vastissimo, tanto da caratterizzare la seconda fase del movimento, trova in Sironi il primo grande interprete. La meccanicità del soggetto, amplificata dall’attualità che assumeva nel contesto bellico europeo, dovette ispirare l’artista nello sviluppo di forme geometriche silhouettate e incastrate, dai vivacissimi colori, che ormai risultano completamente slegate dalle poetiche formali dei suoi colleghi italiani; un sintetismo primario e «costruttivista» identifica il soggetto con l’estetica del dinamismo, bloccando ogni tentativo di rappresentazione del movimento in campiture di colore puro, racchiuse in forme spigolose e contratte, fortemente contrastate e dai toni brillanti. 

Nel marzo del 1915 Sironi si trasferisce a Milano, e quello stesso mese viene cooptato nel «comitato centrale» del movimento, insieme a Carrà, Balla, Boccioni e Severini, in sostituzione di Soffici2, proprio per le «originalissime ricerche del dinamismo plastico» (Marinetti). Il 23 maggio l’Italia entra in guerra e Sironi si arruola immediatamente, assieme a Marinetti, Boccioni, Sant’Elia, Erba, Funi, Russolo, Bucci, Piatti e Buggelli nel Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti, prendendo poco dopo stanza a Gallarate. 

Tra la fine del 1914 e la fine del 1915 (ma nei mesi tra il giugno e il novembre non deve aver avuto il tempo di lavorare, coinvolto nelle operazioni belliche) va circoscritta la singolare parentesi «costruttiva» di Sironi, il suo originalissimo futurismo di declinazione russa, nel quale nascono tra l’altro le prime immagini di città moderne, germe originario e «futurista» delle famose periferie degli anni venti. Dall’aprile 1915 Sironi interrompe la collaborazione illustrativa con la rivista romana «Noi e il Mondo», e inizia invece un’analoga attività per il settimanale milanese «Gli Avvenimenti», diretto da Umberto Notari, giornalista, scrittore, collezionista e uomo di cultura legato a Marinetti e a Margherita Sarfatti3; alla rivista (che per un breve periodo diviene quotidiano) collaborano anche Marinetti, Carrà e Boccioni, che nel febbraio 1916 dedica su quelle pagine un breve articolo, ma molto elogiativo, all’attività illustrativa di Sironi4. È sulla nuova rivista milanese che Sironi pubblica l’illustrazione di cui l’opera Cerruti è il bozzetto preparatorio: una locandina di pubblicità alla stessa testata, uscita pochissimi giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia. 

L’opera è stata acquistata dalla galleria Mitzi Sotis probabilmente dopo il 1993, non essendo registrata nell’inventario della collezione redatto nel giugno di quell’anno. 

Fabio Benzi 

 

1 Si veda Benzi, Sironi 1988, n. 76. 

2 Si veda la lettera di Marinetti a Severini del 26 marzo 1926, in Drudi Gambillo, Fiori 1958-1962, vol. I, pp. 355, 356. 

3 Per Notari Sironi disegnerà poi, tra il 1920 e il 1921, una settantina di tavole, tra le più belle della sua produzione, per le «I.I.I.», rivista di cui era editore e direttore. 

4 U. Boccioni, in «Gli Avvenimenti», 6-13 febbraio 1916, sottolinea la «potenza plastica», l’«interesse drammatico» e lo «spirito ironico» delle illustrazioni sironiane.