Bambina col vestito a quadretti
Felice Casorati
1934 (?) o 1942 (?)
Olio secco su carta
58,5 x 44,5 cm
Anno di acquisizione 1968
Inv. 0092
N. Catalogo A84
Provenienza
Esposizioni
Bibliografia
«[...] il grembiule a quadretti, gli occhi bassi, lo sguardo impacciato, le mani che non sanno dove posarsi».
Bambina col vestito a quadretti è la prima opera di Felice Casorati a fare ingresso nella collezione di Francesco Federico Cerruti, l’incipit di un nucleo che comprenderà poi i dipinti Scherzo: uova del 1914 (sch. p. 712), Mattino del 1919-1920 (sch. p. 714) e Bambino nello studio del 1936 (sch. p. 718). Cerruti la acquista alla Galleria La Bussola di Torino il 1o marzo 1968 insieme alla Natura morta di Giorgio Morandi del 1958 (sch. p. 832). Le date, entrambe documentate sul registro interno, informano sui tempi e i luoghi di formazione della raccolta d’arte moderna, avviata anche grazie alla frequentazione di una galleria dalla tradizione e reputazione consolidate. Aperta nel febbraio 1946 con la «Mostra del Collezionista», La Bussola è legata a Felice Casorati fin da questa collettiva inaugurale. Presente in «Opere scelte» nell’aprile 1949, accanto ai nomi di Campigli, Carrà, de Chirico, Morandi e Sironi, l’artista sarà poi protagonista di un ciclo di personali organizzate dal 1952 con cadenza regolare. Dopo la sua scomparsa nel 1963, è negli spazi di via Po 9 a Torino che sarà istituito l’Archivio delle opere autentiche di Felice Casorati; e sarà qui che Luigi Carluccio completerà la raccolta e l’ordinamento dei materiali destinati alla pubblicazione nella corposa monografia del 1964, fra le cui pagine Bambina col vestito a quadretti appare illustrata nella sezione del repertorio.
Riferita da Carluccio al 1942, Bambina può essere più verosimilmente assegnata alla produzione degli anni trenta. L’opera appartiene alla tipologia del cosiddetto «olio secco», un disegno tracciato a pennello in «nero d’avorio» su carta1. Introdotta dal pittore verso la metà degli anni venti e impiegata per circa un quindicennio, questa tecnica sarà pressoché assente negli anni quaranta. Singolare ibrido tra grafica e pittura, l’olio secco genera un’opera autonoma, distinta dall’ambito dello studio preparatorio. In un articolo del 1932, lo studioso e critico d’arte Guido Lodovico Luzzatto riconoscerà nella «monocromia» di quei fogli il tenore di una creazione «tanto compiuta e salda, da far pensare piuttosto a un quadro in bianco e grigio, che a un disegno»2. La «chiarezza dell’involucro», osserva, è ricavata dalle linee sensibili e versatili del pennello, dosate, come in questo caso, nell’alternanza tra «sfumature morbide e sode» e «macchie d’ombra cupe»3.
Fig. 1. F. Casorati, Tre sorelle, 1930. Collezione privata.
Il volto della Bambina appartiene alla famiglia delle fanciulle dai «nasi spioventi sulla propria ombra», dalle «arcate sopraccigliari aggettanti», dalle «fronti convesse», immagini che Luigi Carluccio ricondurrà alla sfera dell’«antigrazioso», una cifra iconografica e sentimentale che Casorati accompagna spesso con una serie di notazioni quali «il grembiule a quadretti, gli occhi bassi, lo sguardo impacciato, le mani che non sanno dove posarsi»4. La fisionomia del viso della giovane, adagiata sulla dormeuse (uno degli arredi della casa-studio del pittore), è direttamente accostabile a quella di Giuseppina, di Tre sorelle (fig. 1) e di Ragazze a Nervi, del 19305, e di una delle loro discendenti: La convalescente (Ragazza seduta) del 1934, oggi nelle collezioni di Ca’ Pesaro a Venezia6, possibile modello per la datazione del disegno (fig. 2).
La presenza dell’opera nella personale di Casorati alla Galleria Il Castello di Milano, curata da Luigi Cavallo e Marco Valsecchi nel maggio 1970, è una preziosa indicazione sulla storia di Cerruti nel ruolo di prestatore, entrato, a un anno dall’acquisto, nel parterre dei collezionisti dell’artista, noti nel sistema espositivo.
Giorgina Bertolino
1 L’informazione è ricavata da una dichiarazione autografa della vedova Daphne Maugham, al verso di una fotografia con una Figura di donna del 1927-1930. La dichiarazione, senza data ma posteriore al 1963, è conservata nell’Archivio Casorati a Torino.
2 Luzzatto 1932, p. 54. Illustrato da un disegno a olio secco intitolato Anna, l’articolo analizza la produzione casoratiana, dopo un’introduzione dedicata ai disegni di Matisse, Picasso e Modigliani.
3 Ibid.
4 Carluccio 1964, pp. 146, 148.
5 Bertolino, Poli 1995, rispettivamente, pp. 320-321 n. 416, ill., 321-322 n. 417, tav. XXXI, ill., 322-323 n. 418, tav. XXXII, ill.
6 Bertolino, Poli 1995, p. 350 n. 538, ill.
Fig. 2. F. Casorati, La convalescente (Ragazza seduta), 1934, olio su tela applicata su tavola. Venezia, Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna.


