Alba

Lorenzo Delleani

1886
Olio su tavola
25 x 37 cm
Anno di acquisizione ante 1983


Inv. 0238
N. Catalogo A227


Provenienza

Esposizioni

Bibliografia

«Nervosamente, con grossi pennelli, in pochi istanti riempie di colori la tavoletta che, a una certa distanza, ha già tutte le parvenze di un quadro finito. [...]»

 

Nella primavera del 1886, come d’abitudine, Delleani abbandona lo studio torinese, dove d’inverno elabora i quadri di maggiore formato, per tornare a dipingere en plein air nei dintorni della città e nei luoghi che più gli sono cari, soprattutto a Pollone, dove c’è la casa di famiglia e da dove può muoversi per frequenti escursioni tra i monti del Biellese. Un’altra tappa fissa dei suoi spostamenti è la villa dei Vignola a Morozzo, nel Cuneese, frequentata anche da altri artisti (lo scultore Leonardo Bistolfi e il pittore Giovanni Giani) e da un fine letterato come Giovanni Camerana (Casale Monferrato, Alessandria, 1845 - Torino, 1905), l’amico magistrato che tre anni prima era stato suo compagno nel viaggio in Olanda e che nei suoi articoli su «L’Arte in Italia» e sulla «Gazzetta del Popolo» l’aveva sempre incoraggiato e sostenuto, esortandolo già nel 1872 ad abbandonare il quadro di storia per dedicarsi allo studio della natura dal vero. 

Nel giugno 1886, tornando in Piemonte da Roma, dove s’era recato il mese prima, Delleani fa visita a Camerana, all’epoca procuratore del re ad Alba. Il breve soggiorno albese dell’artista, rimasto a lungo ignorato e per la prima volta ricostruito da Angelo Dragone1, è documentato da una serie di tavolette di medie dimensioni (37 x 25 cm, il tipico formato usato abitualmente dal pittore fra il 1881 e l’estate 1886) con immagini della città (Mercato ad Alba; Coro di San Lorenzo d’Alba) e altre di tranquilli angoli della campagna circostante, come Boschetto in riva a Tanaro presso Alba, In riva al fiumePaesaggio albese. Di questo gruppetto di assicelle - quelle reperite e repertoriate da Dragone sono poco più d’una decina, tutte attualmente in collezione privata - fa parte anche Alba, che accanto alla data d’esecuzione (22 giugno) reca una dedica a Camerana, incisa col manico del pennello sull’impasto di colore ancora fresco, a dimostrazione di un rapporto amicale segnato da reciproci scambi di dipinti e di poesie. 

Caratterizzato da un’intensa luminosità e da un suggestivo effetto di controluce - il sole è basso dietro la collina e l’ombra grigia degli alberi si allunga sul prato ingiallito dalla calura estiva - il piccolo dipinto ci mostra un Delleani attentissimo al dato percettivo e capace di cogliere in un attimo i tratti essenziali di un paesaggio per restituirli con pennellate rapide e dense di materia, secondo un metodo di lavoro felicemente descritto dal suo allievo Giuseppe Bozzalla: «Nervosamente, con grossi pennelli, in pochi istanti riempie di colori la tavoletta che, a una certa distanza, ha già tutte le parvenze di un quadro finito. Poi con altri pennelli di setola, prosegue il lavoro; rinforza certi toni con la spatola, delinea meglio alcuni contorni con il pennellino di martora, e per ultimo segna nell’angolo di destra, in fondo la data, del giorno, del mese e dell’anno»2

La scarsa documentazione sulle acquisizioni effettuate da Cerruti non getta alcuna luce sui passaggi di proprietà dell’opera successivi alla morte di Camerana (1905), né sull’epoca del suo ingresso nella collezione di Rivoli. La partecipazione di Alba all’esposizione dedicata ai «Paesisti piemontesi dell’800», nel 1995 ad Acqui Terme (Alessandria), è invece desumibile dall’etichetta applicata sul retro della tavola, oltre che dal catalogo, affidato ad Angelo Dragone, che nel testo introduttivo segnala il dipinto quale esempio della sensibilità «tutt’altro che monocorde» di Delleani, pronto a «piegare il motivo al suo occhio rapace [...] come nell’infuocato effetto di un tramonto fissato, con pochi palmi di colore, nella tavoletta del giugno dell’86 dedicata all’amico Giovanni Camerana»3

Monica Tomiato

 

1 Dragone A. 1973-1974, vol. I, p. 332.

2 Bozzalla 1933, cit. in Dragone 1973-1974, vol. II, pp. 48-49.

3 A. Dragone, Piemontesi d’Europa nell’Ottocento, in Acqui Terme 1995, p. 11.